Il 30,1 per cento della popolazione del Lazio, ovvero un cittadino su tre è a rischio povertà. Il tasso di incidenza del rischio scende al 27,6 per cento a fronte di oltre 1,1 milioni di euro che, lo scorso anno, sono stati destinati alla spesa sociale (bonus, sostegni al reddito e all’affitto, assistenza sociale e sanitaria, eccetera). È quanto emerge dal dettaglio nella relazione della Corte dei conti che ha analizzato l’impatto e la gestione della spesa sociale delle regioni e degli enti locali d’Italia nel 2024. Nel Lazio la spesa sociale procapite – a fronte di una popolazione sempre più anziana ma con l’occupazione in crescita – è stata di 200 euro a persona, considerando un totale di oltre 5,6 milioni di abitanti. La Corte dei conti, nel complesso, assegna ai cinque Comuni capoluogo del Lazio una capacità di pagamento della spesa sociale più che positiva, e pari al 100,6 per cento. Infatti a fronte di un impegno di spesa a bilancio di 1.121.024.530,98 euro (sommando il totale dei cinque capoluoghi), i pagamenti effettuati lo scorso anno ammontano a 1.127.284.233,99 euro. A trainare l’andamento positivo sono Frosinone e Roma. Nel capoluogo ciociaro si registra la più alta capacità di pagamento della spesa sociale deel Lazio 111,3 per cento) mentre, sul punto, Roma è seconda (100,4 per cento) ma ha la spesa più alta, sia totale che procapite.
Roma con 4.204.305 abitanti, per cui sono stati impegnati 919.345.734 euro in spesa sociale e ne sono stati erogati 922.188.169 euro, raggiunge una capacità di pagamento del 100,4 per cento e una spesa procapite di 219 euro. È seguita da Viterbo con una spesa procapite di 167 euro (52.080.195 euro a bilancio e 50.389.050 erogati), Latina con una spesa procapite di 150 euro (85.307.352 euro a bilancio e 85.032.436 euro erogati), Frosinone con una spesa procapite di 128 euro (48.994.731 euro a bilancio e 54.538.253 euro erogati), Rieti con una spesa procapite di 108 euro (15.296.518 a bilancio e 15.136.323 erogati). L’impatto della spesa sociale è determinato da una popolazione più anziana. Nel 2024 nel Lazio, l’incidenza degli anziani sopra i 65 anni, è stata pari al 23,4 per cento della popolazione, un dato in aumento dal 2013 quando ammontava al 20,4 per cento del totale dei cittadini. Il Lazio si colloca un filo sotto la media nazionale (24 per cento) e si pone nel mezzo tra la regione più vecchia d’Italia, la Sardegna (26,8 per cento della popolazione over 65) e quella più giovane (la provincia autonoma di Bolzano, 20,6 per cento della popolazione over 65). Per contro, nel Lazio, negli ultimi dieci anni, sono calate le nascite: se nel 2013 i bambini fino a 4 anni erano il 4,7 per cento della popolazione, adesso ammontano appena al 3,3 per cento, in calo di costante (-0,2 punti percentuali su base annua). Si conferma anche sui nuovi nascituri il primato negativo della Sardegna (2,6 per cento) e quello positivo di Bolzano (4,7 per cento). Sul fronte della disoccupazione, invece, nel Lazio lo scorso anno il tasso si è assestato al 6,4 per cento, in netto calo rispetto al 12,1 per cento del 2013 e in arretramento anche su base annua, era 7,3 per cento nel 2023.