Roma Metropolitane, dal 2026 fine dei contenziosi e rilancio della società?

Nella recente commissione mobilità-bilancio le indicazioni di rilancio della società partecipata del Comune di Roma dedita alla progettazione del tpl su ferro (e non solo) della Capitale

Stop ai contenziosi, rilancio e ritorno in campo come playmaker delle grandi opere infrastrutturali della mobilità a Roma. Era marzo del 2023 quando Giovanni Zannola – presidente della Commissione mobilità di Roma Capitale – aveva anticipato a Radiocolonna le mosse del Campidoglio per salvare il know-how dell’azienda.

““La fusione per incorporazione di Roma Metropolitane dentro Roma servizi per la mobilità nasce dall’esigenza di salvare il know how dell’azienda. Un’importante stazione appaltante che la giunta guidata da Virginia Raggi aveva deciso di mettere in liquidazione – spiegava un anno e mezzo fa a Radiocolonna  il consigliere dem – il momento in cui la maggioranza pentastellata aveva deciso la liquidazione è stato forse il più teso della consiliatura, visto che a noi è sembrata da sempre una scelta non corretta che rischiava di compromettere la progettualità ‘su ferro’ di Roma Capitale”.

Oggi, come spiegano i blogger di Odissea Quotidiana, nella recente commissione bilancio-mobilità si è iniziato a delineare un orizzonte nuovo per Roma Metropolitane.Come spiegato dall’assessore Eugenio Patané, l’intenzione originaria era quella di procedere con lo scioglimento di Roma Metropolitane e la sua incorporazione in Roma Servizi per la Mobilità. Un progetto che però, nel corso degli anni, si è dovuto confrontare con la necessità di riportare la società in bonis, condizione indispensabile per poter avviare qualsiasi operazione di fusione o riorganizzazione societaria.

In un primo momento, ha ricordato Patané, l’intenzione era quella di procedere con la dismissione di Roma Metropolitane, trasferendola per incorporazione a Roma Servizi per la Mobilità. Un orientamento che tuttavia, nel corso degli anni, si è scontrato con l’esigenza di riportare la società in condizioni di equilibrio economico prima di poter avviare qualunque ulteriore operazione societaria.

Da qui l’abbandono della strada della fusione e la definizione di un piano di risanamento del debito, volto a consentire a Roma Metropolitane di proseguire la propria attività in maniera autonoma. A gravare sui conti della liquidazione sono soprattutto i contenziosi con Metro C (pari a circa 800 milioni di euro) e con le imprese aggiudicatarie del project financing (epoca Alemanno) per il prolungamento della linea B fino a Casal Monastero (circa 374 milioni).Tali vertenze, ha spiegato Patané, sono entrambe in via di soluzione amichevole: per la Metro B è stato raggiunto un accordo transattivo che prevede l’acquisizione del progetto, così da soddisfare parte delle richieste economiche e ottenere la disponibilità della prima tratta del prolungamento oltre il GRA, fino a Setteville. Più articolato risulta invece il percorso di definizione del contenzioso con il consorzio Metro C, per il quale il Governo Draghi era intervenuto con una norma specifica che autorizzava la composizione bonaria previo parere dell’Avvocatura dello Stato e della Corte dei Conti. Il primo parere è già stato espresso, mentre quello della CdC è atteso entro la fine dell’anno, permettendo così di liberare definitivamente Roma Metropolitane dalle pesanti limitazioni che la condizionano da sette anni.

 

 

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