Smetto Quando Voglio – Ad Honorem, termina la saga di Sydney Sibilia

Il terzo e ultimo capitolo dedicato alla banda di ricercatori sarà in sala il 30 novembre. Presentato dal regista e dai protagonisti: il canto del Cigno della banda dei ricercatori.

La banda dei ricercatori è tornata, eccola in un travestimento sulla metro B. Smetto quando voglio - Ad Honorem vi aspetta il 30 novembre al cinema © Emanuele Scarpa

Smetto Quando Voglio – Ad Honorem, capitolo conclusivo della saga della banda dei ricercatori arriverà al cinema il 30 novembre. Sydney Sibilia e il suo cast portano a termine le dis-avventure del neurobiologo Pietro Zinni (Edoardo Leo), gli esperti di latino Mattia Argeri (Valerio Aprea) e Giorgio Sironi (Lorenzo Lavia), l’archeologo Arturo Frantini (Paolo Calabresi), l’esperto di Macroeconomia Bartolomeo Bonelli (Libero De Rienzo), il chimico Alberto Petrelli (Stefano Fresi), l’antropologo Andrea De Sanctis (Pietro Sermonti), l’esperto di Anatomia Giulio Bolle (Marco Bonini) e l’ingegnere Lucio Napoli (Giampaolo Morelli).

Al gruppo della banda dei ricercatori, si aggiungono due conoscenze note: Claudio Felici, Er Murena, l’ingegnere navale che era il cattivo del primo film e il cattivo del secondo, l’esperto di Chimica Bioinorganica, Walter Mercurio.

Il cast e il regista, Sydney Sibilia, hanno presentato il film alla stampa. Smetto Quando Voglio – Ad Honorem rispetta le aspettative ed è divertente quanto i suoi predecessori. Gli attori protagonisti e il regista si apprestano a chiudere un ciclo.

“Si chiude un pezzo di vita, sei anni per noi, quattro anni per gli spettatori. Provo la nostalgia tipica della fine di una saga”.

Anche Edoardo Leo, che in questi quattro anni ha dato il volto al capobanda il professore Pietro Zinni, ha provato una sensazione simile quando ha tolto “la giacca marrone di Pietro. C’è la chiusura della saga e la storia di un giovane ragazzo di Salerno che mi ha presentato il copione della sua opera prima. C’è anche un investimento umano collettivo con le stesse persone, non nascondo che ho provato un po’ di commozione”.

Stefano Fresu, che riprende i panni del mitico esperto di Chimica computazionale Alberto, ha paragonato la fine di Smetto quando voglio a quella del Liceo: “Cinque anni, è come se fosse finito il liceo, mi mancheranno tutti dal primo all’ultimo”.

Fresu in questo film interpreta anche il Conte di Almaviva nell’opera Il barbiere di Siviglia nel carcere di Rebibbia. A dirigere il carcere, Angelo Seta, interpretato da Beppe Barra:

“Affronto il cinema come un’avventura, probabilmente Sydney mi avrà visto nella Cantata dei Pastori a Salerno. Mi sono divertito e mi fa piacere prendere parte a un cast stellare. Ho passato la mia infanzia non lontano da un carcere, e mi piace pensare a un direttore del carcere sognante e amante del teatro”.

Anche Smetto Quando Voglio – Ad Honorem è girato alla Sapienza, e gli studenti dell’ateneo romano hanno realizzato un video omaggio alla saga. Uno dei temi affrontati dai tre film è la disperazione di molti ricercatori universitari, rimasta invariata dal primo film della saga:

“Sono moltissimi i ricercatori che mi scrivono per raccontarmi i loro problemi. La loro situazione non è cambiata”.

Nell’ultimo capitolo della saga, Smetto quando voglio – Ad Honorem riprende due dei cattivi della serie, rivediamo Walter Mercurio, interpretato da Luigi Lo Cascio:

“Non rappresento la cattiveria, il film è frammentario. Diciamo che non ero cattivo mentre smontavo un pannello. Come si sale la scala da cattivo? Mi fa piacere che in questo film si capisca che si comporta così perché ha subito un trauma fortissimo”.

Dal cattivo, al semi cattivo, o al cattivo redento: Er Murena, l’ingegnere navale che era l’antagonista della banda dei ricercatori nel primo film torna nel terzo e ora, a detta di Neri Marcorè, è davvero cattivo:

“Assistiamo alla genesi della personalità di Er Murena, che si ritrova a dover scegliere fra due strade diverse: l’odio nei confronti di Pietro Zinni e una causa superiore, il piano diabolico di Walter Mercurio. La scala di grigio di questo personaggio dona spessore a Er Murena”.

La fuga dal carcere in Smetto quando voglio – Ad honorem avviene alla conclusione della rappresentazione dell’opera Il barbiere di Siviglia: un omaggio a certi film d’azione.

“In Mission Impossible – Ghost Protocol, gli spettatori dell’opera teatrale sono ignari di quello che sta succedendo intorno a loro. Abbiamo scelto Il Barbiere di Siviglia per il verso: Come un colpo di cannone”.

Il regista ha escluso che la saga di Smetto quando voglio approdi in TV, confermando che è ufficialmente conclusa e che nel corso di questi sei anni la proposta c’è stata: “Non ero però interessato a fare prequel, volevo concentrarmi sui sequel”.

Il secondo film, Smetto quando voglio – Masterclass, ricalca i ritmi tipici dei sequel, come sottolinea lo stesso Sibilla e ha introdotto il personaggio di Walter Mercurio, un cattivo molto convincente: “Avere un cattivo così in una commedia, spesso i cattivi nei film Usa non hanno motivazione, qui Walter ha un percorso personale”.

A dire il vero, il personaggio di Walter Mercurio è stato modellato sull’archetipo del Geometra Calvino, l’antagonista di Fantozzi: queste le direttive che l’attore siciliano ha avuto dal giovane regista.

Diverso Er Murena: “Nel primo film recita la parte del cattivo, mentre nel terzo lo è. Come dimostra la cronaca degli ultimi giorni, la testata che il personaggio dà a Ulisse è stata ripresa a Ostia”, scherza Neri Marcorè riferendosi alla testata di Spada al giornalista di Nemo.

Tant’è che la scena preferita di Sydney Sibilia è una che vede i due ex colleghi e “cattivi” a dialogare seduti al tavolino di un bar.

Per Paolo Calabresi, l’evoluzione riguarda anche la banda dei ricercati: “L’impostazione del primo film ci porta nel terzo capitolo: sono tutti innamorati del proprio mestiere e portano a termine un compito, ricordano i Soliti Idioti”.

Archiviato Smetto quando voglio, Sydney Sibilia vorrebbe dedicarsi ad altro: “È anche una mia curiosità, vorrei fare un film con un titolo diverso, dopo aver parlato di una banda, vorrei dedicarmi a un singolo”. E scherza con la stampa: “Non fate le trilogie, pensate alla salute”.

Dopo qualche battuta anche con le due donne del cast, Greta Scarano e Valeria Solarino, e una lunga riflessione sul perché è stato usato un pick up e non un furgone nel film (si vede nella clip qui sotto e come ha sottolineato il regista:”Volevo che fosse un trait-d-union fra i vari film”, ha specificato il regista), Edoardo Leo svela che in realtà il prof Zinni è creato a immagine e somiglianza del suo giovane regista.

Un saluto per ognuno dei membri del numeroso cast conclude la conferenza stampa, citiamo Libero De Renzo che in pillole ha detto “Ho smesso”, e Marco Bonini, new-entry del secondo film, “il più bel sedere di Smetto Quando Voglio” per Pietro Sermonti, e parafrasandolo l’attore romano scherza: “È stata una botta di culo partecipare a questo film”.

Smetto quando voglio – Ad Honorem vi aspetta al cinema dal 30 novembre, distribuito da 01 Distribution e prodotto da Grøenlandia, la società di Sydney Sibilia e Matteo Rovere.

 

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