Caso Regeni: atti alla Consulta, stop al processo

mancavano poche udienze alla verità

La prima corte d’Assise di Roma, accogliendo una richiesta sollevata dalle difese degli imputati egiziani, ha accolto una questione di costituzionalità nell’ambito del processo Regeni inviando gli atti alla Consulta. Il nodo è relativo al diritto di difesa e alla nomina di consulenti tecnici. I giudici hanno ritenuto, quindi, la questione “non manifestatamente infondata” e “rilevante” al fine della definizione del giudizio. Il processo è ora sospeso in attesa che si pronunci la Corte Costituzionale.

Un nuovo stop, quando mancavano poche udienze alla verità sulla morte di Giulio Regeni. Il motivo? Valutare questioni di costituzionalità relative al diritto di difesa, in particolare alla possibilità di offrire consulenti tecnici agli imputati che già usufruiscono del gratuito patrocinio, anche se assenti o nascosti, con una liquidazione anticipata da parte dall’Erario.

Sono Usham Helmi, il generale Sabir Tariq e i colonnelli Athar Kamel Mohamed Ibrahim Magdi Ibrahim Abdelal Sharif, accusati del reato di aver sequestrato, torturato e ucciso il ricercatore, il cui corpo è stato ritrovato nel febbraio del 2016 in Egitto.

Le indagini sono state lunghe e difficili, anche per la mancata collaborazione del governo egiziano. Ma il procuratore Francesco Lo Voi e l’aggiunto Sergio Colaiocco sono comunque riusciti a ricostruire i fatti. Poi hanno lottato perché la legge, prima, non prevedeva che gli imputati assenti potessero essere giudicati, e hanno vinto.

Il processo, finalmente, è cominciato. Ma ora, arrivati alle battute finali, un nuovo stop. La Corte d’assise di Roma ha infatti accolto il ricorso delle difese e ha inviato gli atti alla Consulta. Il processo, dunque, è sospeso.

I tempi si allungheranno ancora: dovrà essere valutato il diritto di difesa, in particolare la possibilità di accedere a consulenti tecnici a spese anticipate dallo Stato. Le difese, infatti, lamentavano di aver affrontato il processo con pochi mezzi. Hanno chiesto alla corte di bussare alla porte della Consulta. E ora i giudici hanno risposto. La Prima Corte di Assise, sciogliendo la riserva, ha accolto la questione di costituzionalità. I giudici ritenendo la questione ”non manifestamente infondata” e ”rilevante” al fine della definizione del giudizio hanno disposto l’immediata trasmissione degli atti alla Consulta.

© StudioColosseo s.r.l. - studiocolosseo@pec.it
Il Sito è iscritto nel Registro della Stampa del Tribunale di Roma n.10/2014 del 13/02/2014