Il Covid negli insediamenti precari a Roma, rischiano 14 mila persone

I due più grandi palazzi ‘occupate’ sono il Selam Palace e lo Spin Time che da soli ospitano circa mille persone. L’assessore Funari: “Rafforzare l’accoglienza”

Il "Selam palace" alla Romanina, periferie est della Capitale

Gli insediamenti precari a Roma sono un centinaio e rischiano di essere veri cluster di Covid. Le asl là arrivano poco, e a pensarci sono solo le associazioni di volontariato, tra queste troviamo Medicina Solidale e Medu. Su tutto poi incombono gli sfratti. Si pensa che nel 2022 almeno 4.500 famiglie rischiano di finire in strada.

Il rapporto Margini, elaborato da Medu e UNHCR ha censito circa 14 mila persone che vivono negli insediamenti precari, e una parte di essi potrebbero essere sgomberati durante quest’anno. Si tratta ci insediamenti di situazioni importanti, come il ben noto Selam Palace ad Anagnina, a due passi dalla zona del centri commerciali. Ad  oggi si stima che vi abitino circa 700/800 persone originarie del Corno d’Africa (Etiopia, Eritrea, Somalia e Sudan), in maggioranza uomini, ma anche famiglie, donne e bambini, scappate dal proprio paese da guerre e persecuzioni politiche o religiose. Molti di questi li potremmo definire transitanti, ovvero persone che nelle more del regolamento di Dublino volevano raggiungere il nord Europa, ma che poi, per motivi burocratici sono rimasti in Italia. Nato per essere una struttura universitaria, non è  adatto ad ospitare famiglie, e le stanze più che altro sono studi pensati per i professori, ed è normale che qui le condizioni igieniche siano pessime. Il 6 aprile del 2020 il palazzo fu proclamato “zona rossa”, e la Asl avviò una campagna di tracciamento contro il Covid.

Altra grossa struttura a rischio è lo Spin Time a Manzoni-via Santa Croce in Gerusalemme. Anche qui gli occupanti sono circa 800, e non è escluso che durante quest’anno si cerchi una soluzione per liberare l’edificio di proprietà dell’Inps. La maggior parte delle persone che vi abita sono italiani che hanno perso la casa. Ricordiamo che quattro anni fa, L’Elemosiniere della Casa Pontificia, il cardinale Konrad Krajewski, intervenne per riallacciare la corrente staccata dall’Acea.

Vi sono poi due insediamenti estremamente precari nell’area Tiburtina-Verano e alla stazione Termini. Che si tratti di insediamenti piccoli o grandi, nel linguaggio istituzionale si parla di popolazioni hard-to-reach, cioè difficili da raggiungere. Ogni giorno sono presenti alla stazione Termini e nelle aree limitrofe tra le 150 e le 200 persone senza fissa dimora, tra cui un’elevata percentuale di persone migranti e titolari di protezione internazionale

L’assessore comunale alle Politiche Sociali Barbara Funari afferma che “Roma vi è una frammentarietà degli interventi e dei servizi. Bisogna applicare una reale presa in carico socio-sanitaria, quindi ricucire la frammentarietà degli interventi di collaborazione tra istituzioni, terzo settore, privato sociale, associazioni di volontariato. Il mio impegno sarà quindi quello di riconnettere il circuito dell’accoglienza perché ci sono tanti bisogni, ma sulla vulnerabilità bisogna fare presto. Molto spesso chi oggi muore per la strada ha una situazione di salute molto precaria e molto grave e si arriva sempre troppo tardi con gli aiuti”.

© StudioColosseo s.r.l. - studiocolosseo@pec.it
Il Sito è iscritto nel Registro della Stampa del Tribunale di Roma n.10/2014 del 13/02/2014