La densa colonna di fumo nera che si è levata dal Tmb2 di Malagrotta, il 15 giugno scorso, è stata la prima di altre 173 che hanno coperto la capitale di fumo e fuliggine. A una settimana da quel rogo, un altro di enormi proporzioni ha interessato la stessa area, tra l’Aurelia e Casalotti. E ieri, a venti giorni di distanza, al parco del Pineto sono andati in fumo 50 ettari di terra. Così, adesso, il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, vuole vederci chiaro.
Oggi, intervenendo in Assemblea capitolina, Gualtieri ha spiegato: “Il fatto che siano stati riscontrati inneschi multipli, non ci consente di escludere la natura dolosa, fatto che se fosse accertato richiederebbe la massima severità da parte delle autorità preposte”. Si vedrà, dalle indagini.
Intanto la procura ha aperto un fascicolo per incendio colposo a carico di ignoti. Non è detto che l’inchiesta non venga estesa e possa in futuro contemplare il dolo. Ipotesi già circolata, a livello giudiziario, in occasione dei roghi del 27 giugno scorso, quando la capitale è stata interessata da nove grossi focolai, sette dei quali nelle aree interessate dai futuri impianti per i rifiuti: il Municipio XIII, il Municipio XV, il Municipio IX insieme alle zone a sud della capitale che affacciano sulla via Ardeatina.
A oggi dei 173 roghi romani, i più rilevanti – per impiego di mezzi e persone – sono stati: al Municipio XV, via della Storta; al Municipio XIII, quattro punti di via Boccea, via Aurelia, via di Casal Selce, parte di parco del Pineto; al confinante Municipio XII, via degli Estensi, via dei Carafa angolo via della Pisana; al Municipio XIV, via Santa Maria di Galeria, parte del parco del Pineto; al Municipio XI, Parco dei Medici; Municipio X, via dell’Idroscalo a Ostia; al Municipio VI, via di Tor Pagnotta. L’incendio avvenuto a Malagrotta il 15 giugno scorso “è stato un duro colpo per il sistema già fragile di raccolta e smaltimento dei rifiuti della città”, ha ricordato Gualtieri. “Il rogo ha avuto ricadute molto pesanti, non soltanto sugli sbocchi dei rifiuti di Roma ma anche sulla logistica di Ama”, ha precisato l’assessora ai Rifiuti, Sabrina Alfonsi. Il sindaco ha ribadito il massimo impegno dell’amministrazione sia “a superare la situazione di inadeguatezza dell’impiantistica di Roma”, sia ad affrontare “le crisi che di volta in volta si verificheranno”.
Intanto ieri i focolai si sono sviluppati da nord a sud, non hanno risparmiato la provincia romana e altre aree del Lazio: in tutto sono stati cento gli incendi nel Lazio, 80 quelli che hanno interessato Roma e provincia. Secondo gli esperti le alte temperature hanno il ruolo soltanto di favorire la propagazione. In una recente intervista ad “Agenzia Nova”, il comandante dei vigili del fuoco di Roma, Alessandro Paola, ha ricordato che “forse solamente l’uno per cento dei roghi non è stato innescato dall’uomo, e anche quell’uno per cento è da verificare”. E oggi il direttore della protezione civile del Lazio, Carmelo Tulumello, in una intervista radiofonica ha confermato: “Non esistono incendi spontanei, gli incendi sono sempre conseguenze di comportamenti dolosi o colposi dell’uomo”. E nella confusione di queste ore una certezza, insieme ai fumi, si leva come un’ombra sulla capitale: “L’autocombustione esiste a livello scientifico, ma perché si verifichi servono condizioni particolarmente rare”, ha chiarito il comandante Paola.