La denuncia di una passeggera all’aeroporto di Fiumicino, ‘non mi hanno venduto l’acqua perché russa’

La donna - insegnante di russo, traduttrice e interprete - ha condiviso quanto accaduto sui social. Le scuse di Adr

“Non possiamo venderle l’acqua né nient’altro, perché lei ha il passaporto russo”. È la risposta che si è sentita dare Anna Larina, una passeggera in partenza dall’Aeroporto di Fiumicino, da parte di due commesse alla cassa di un duty-free. La donna – insegnante di russo, traduttrice e interprete – ha condiviso quanto accaduto sui social: “Mi trovo all’Aeroporto di Fiumicino – afferma in un video pubblicato ieri su Instagram – e qui non mi hanno venduto una bottiglia d’acqua al duty free, dicendomi apertamente che non potevo prendere niente perché ho il passaporto russo e perché la Russia due anni fa ha iniziato la guerra. E quando ho chiesto ‘dove è scritto?’ mi hanno risposto ‘sul sito del Ministero degli Esteri, può andare e vedere tutto lì’, con massimo disprezzo”.

In un altro video, Larian prosegue: “Sono scioccata, ho il permesso di soggiorno e pago le tasse in Italia da più di 10 anni ma a Roma non posso compare un’acqua”.

Sotto al suo post su Instagram sono arrivate poi le scuse sia del negozio Aelia, che gestisce il duty-free, sia della società Aeroporti di Roma: “Gentile Anna, siamo costernati e ci rammarichiamo per quanto le è capitato in occasione della sua permanenza all’aeroporto di Fiumicino. Il comportamento descritto è assolutamente non in linea con gli standard applicati dai partner commerciali di Aeroporti di Roma. Per quanto possa occorrere, naturalmente confermiamo che non esiste alcuna norma che vieti la vendita di generi alimentari o di beni di qualsiasi tipo a persone con cittadinanza di determinati Paesi”, scrive Adr nel commento, spiegando che il gestore del duty-free “ha immediatamente avviato le necessarie verifiche e prenderà i provvedimenti disciplinari del caso”. La società Aelia, da parte sua assicura invece che “è stato un incidente isolato” e “stiamo facendo tutte le verifiche necessarie al fine di prendere provvedimenti interni affinché episodi del genere non ricapitino più”.

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