Le tragedie del Mediterraneo

Ieri almeno cinquanta persone sono morte in un drammatico naufragi

Torna l’incubo dei naufragi nel mar Mediterraneo.  Nella giornata di ieri, secondo quanto riferito dall’organizzazione umanitaria Sos Mediterranee che opera nel Canale di Sicilia con la nave Ocean Viking, sarebbero state almeno cinquanta le persone morte nel drammatico naufragio. Tra loro anche diverse donne e almeno un bambino. A raccontarlo sono stati i naufraghi tratti in salvo dalla nave il cui equipaggio ha individuato, con un binocolo, un gommone sgonfio ad una distanza di circa 2 miglia da sè, e in precarie condizioni di galleggiamento. Scattati immediatamente i soccorsi, gli operatori della Ocean Viking hanno tratto in salvo 25 persone – tutti uomini – in precarie condizioni di salute. Molti presentavano ustioni da carburante e sintomi di ipotermia. Per due di loro, in condizioni di incoscienza, si è resa necessaria l’evacuazione con l’elicottero della Guardia Costiera. I naufraghi hanno raccontato di avere fatto parte di un gruppo di almeno 75 persone partito una settimana fa dalle coste della Libia. Tra i dispersi – riferisce sempre la ong – ci sono diverse donne e almeno un bambino. Tra i superstiti invece ci sono 12 minori, due dei quali under 13. La nave, che adesso sta facendo rotta verso Ancona, ieri sera è intervenuta per altri due soccorsi che hanno consentito il salvataggio di 198 persone. E a Lampedusa torna a riempirsi l’hotspot di contrada Imbriacola. Nella struttura d’accoglienza dell’isola, gestita dalla Croce Rossa Italiana, attualmente sono ospitate 352 persone. Nelle scorse ore nella maggiore delle Pelagie si sono registrati diversi approdi di migranti di origine nordafricana, subsahariana e siriana. Tra loro sono presenti anche donne e bambini. Intanto l’Oim (l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni), dopo l’ultimo naufragio chiede il rafforzamento del pattugliamento nel Canale di Sicilia. “Siamo profondamente turbati”, scrive l’Oim su X. “È necessaria un’azione urgente per rafforzare i pattugliamenti marittimi e prevenire ulteriori tragedie”. Per il portavoce Oim per il Mediterraneo, Flavio Di Giacomo, “il sistema di soccorso in mare è ancora ampiamente insufficiente ed è urgente fare di più per salvare vite”.

Nemmeno il tempo di piangere i morti di ieri che oggi arriva una nuova tragica notizia dell’ennesimo naufragio nel Mar Egeo che ha causato la morte di 21 migranti, 5 dei quali bambini di pochi anni. L’allarme e’ arrivato questa mattina, quando un peschereccio turco ha avvisato la Guardia costiera dopo aver avvistato un gommone ribaltato e dei cadaveri in mare nella provincia di Canakkale, nel nord ovest della Turchia. Il bilancio della tragedia si e’ aggravato nel corso della giornata, fino a giungere a 21 morti, 5 dei quali bambini di pochi anni. Tuttavia, come specificato dal prefetto della provincia egea della Turchia, il bilancio potrebbe aggravarsi. Mancano infatti notizie certe sul numero di migranti a bordo dell’imbarcazione, ma normalmente questi gommoni, anche se di piccole dimensioni, sono carichi di decine di persone. Le ricerche sono andate avanti per tutta la giornata con l’ausilio di 18 imbarcazioni della Guardia costiera, due elicotteri e un drone. La provincia di Canakkale dista poche miglia nautiche dalle isole greche e con l’avvicinarsi della primavera torna ad essere uno dei punti di partenza per i migranti irregolari che tentano di raggiungere i confini dell’Unione Europea.

© StudioColosseo s.r.l. - studiocolosseo@pec.it
Il Sito è iscritto nel Registro della Stampa del Tribunale di Roma n.10/2014 del 13/02/2014