Rave a Valentano: la tragedia del giovane annegato non ferma la woodstock laziale

In 5mila giunti nel viterbese da tutta europa nella notte fra venerdi e sabato. Il centrodestra chiede lo sgombero, ma ci vorrebbe l’esercito, rispondono le forze dell’ordine. Reportage di 'La repubblica'

La tragedia del giovane che non è riemerso dal Lago di Mezzano non ferma la festa dei 5000 nella spianata, nei pressi di Valentano,nel viterbese,  presa con un blitz nella notte tra venerdì e sabato dai professionisti dei rave, capaci di sfuggire ai radar delle forze dell’ordine, l’afflusso è continuo. Anche ieri, centinaia di ragazzi. Anche coppie con figli. Jacob arriva dall’Olanda, ai seguito ha moglie e figlia di 3 anni. Biondissimi, pelle bianca cotta dai raggi d’agosto, sono ignari del dramma: «Non sappiamo nulla». Una scrollata di spalle e poi via in direzione del camper che vende panini con la salsiccia.

Per i più sofisticati c’è un metropolitanissimo stand che impasta pizza alla canapa. In fila si sentono i racconti dopati di queste prime 72 ore. «Due acidi, una botta di ketamina. Non so neanche da quanto sto qui», fa un tipo alto e corpulento al vicino. Che risponde così: «L’altra volta sono tornato a casa come un cane. Stavolta faccio il bravo».

Sarà meglio. Anche perché nessuno sa quando l’adunanza abusiva verrà sciolta. Se lo chiede anche la polizia, ai lavoro sulla fine di Santiago. «Non sappiamo quando finirà», dicono dalla questura di Viterbo a Lorenzo d’Albergo di ‘La Repubblica’, che ha realizzato un reportage sul posto, contributo all’informazione su un fenomeno giovanile che che non conosce confini e questa volta ha interessato il Lazio.

C’è chi dice – scrive ‘La repubblica’ – che il rave finisce oggi, chi tra 2 giorni, chi si attende ancora una settimana di rumore. Lo stesso che ha svuotato gli agriturismi della zona, ora chiusi, e si è portato via una vita. Sembra che ìa vittima, di Reggio Emilia e di origine inglese, amasse immergersi in apnea. E così, forse per dare una dimostrazione agli amici, è sparito nello specchio di Mezzano. Un lago vulcanico, conosciuto in zona per altri incidenti, e oggi tornato in prima pagina.

L’allarme è scattato con le prime chiamate al 112. Telefonate frammentarie, la voce mozzata dal terrore per l’amico scomparso nel nulla e il timore di beccarsi una denuncia per il rave. La paura quando a illuminare il buio pesto della campagna sono arrivati i lampeggianti della polizia. Prima gli agenti della squadra mobile hanno battuto la zona intorno al lago senza trovare il ragazzo.

Poi, ieri mattina, è arrivato il turno dei sommozzatori dei vigili del fuoco arrivati da Roma. I pompieri hanno scandagliato il fondo e poi tirato su il corpo del 24enne, Gianluca Santiago. Si attendono i risultati dell’autopsia e gli esami tossicologici. Per ora le certezze sono due: sul corpo non sono stati trovati segni di violenze evidenti e Santiago non aveva precedenti. Lo stesso non si può dire per gli organizzatori del party illegale, no mask e ad assembramento libero. «Sono entrati dal grossetano con i tir, lì la strada è asfaltata quasi fino al lago. È la prima volta che vengono qui e la prima che si muovono in così tanti. Ne identificheremo il più possibile», dice un investigatore.

Fermo ai posto di blocco montato ai piedi di Valentano, il paese più vicino al rave, squadra i nuovi arrivi. Targhe polacche e francesi, italiani appiedati. Respinti, tagliano per i campi con tende e vivande. Una processione lenta, lunghissima, sudata: ci sono almeno 6 chilometri di salite e discese prima di arrivare a meta. Poi una distesa stordente, vuoi per
i battiti che per le sostanze che passano di mano in mano. L’offerta di pasticche di mdma arriva immediata, appena messo piede nel terreno. Occupato con la forza, il campo è di Piero Camilli.

Imprenditore dal fiuto pallonaro (per le mani ha avuto ii Grosseto, il Pisa e per ultima la Viterbese) e sindaco di Grotte di Castro, è l’infuriato proprietario dell’epicentro del rave: «È un’area tutelata, un incanto. Ora l’hanno sfregiata. E qualcuno doveva sapere: l’altro giorno una ragazza di un centro di recupero del Nord mi ha chiesto dove fosse il lago. Diceva di dover badare a certi ragazzi. Quel terreno? Un dispiacere unico».

Non solo muri di casse, tra la folla ieri scattavano moto da cross. E i rifiuti? Si vedrà dopo il rompete le righe di questa letale Woodstock laziale. In attesa della fine, ci sono già le polemiche. Il sindaco di Valentano, Stefano Bigiotti, trasecola: «Quello che stiamo vedendo è una vergogna, specie in pieno Covid». Maurizio Gasparri, senatore di Forza Italia, aveva chiesto l’intervento del Viminale già prima della morte del ragazzo anglo-emiliano. Dopo sono arrivati anche la Lega e Giorgia Meloni. Per la leader di Fratelli d’Italia, la ministra dell’interno Luciana Lamorgese «dovrebbe dimettersi”». O almeno procedere con lo sgombero. Tanto più che si sono registrati anche due casi di coma etilico tra i partecipanti. Ma i poliziotti sul posto, arrivati anche da Firenze, mettono le mani avanti: «Ci vorrebbe un esercito per mandarli via».

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