I presidi temono che l’onda lunga del Covid continui a colpire le scuole. E soprattutto sono molto meno ottimisti del ministro Bianchi. Secondo il ministero le classi che fanno didattica in presenza sono l’84%, ma un po’ tutte le sezioni hanno avuto almeno uno studente che periodicamente, perché entrato in contatto con positivi e magari ha fatto il vaccino da più di 120 giorni, è stato costretto a casa in did. Nel Lazio e a Roma solo un 20% delle classi avrebbe avuto tutti gli alunni in presenza da quando è iniziata la scuola.
Per Cristina Costarelli, presidente dell’associazione Presidi del Lazio, “ un aumento del 9% di classi in dad rispetto alla scorsa settimana è un numero eloquente, che racconta il disagio di questi giorni nelle scuole e che conferma quanto avevamo rilevato”. La didattica così rischia di essere discontinua, le verifiche saltano, e i professori sono costretti ad accelerare per tentare di finire il programma. Non pochi studenti, alla fine del trimestre o del primo quadrimestre, si sono trovati con un solo voto su alcune materie, il che ha reso difficile dare una valutazione seria. Insomma, ancora una volta la scuola sta pagando un pesante tributo alla pandemia di Covid19.
Sotto pressione anche i docenti: mediamente ogni giorno si assentono una decina in ogni scuola, e sostituirli è una vera impresa per i dirigenti scolastici. L’emergenza dovuta al Covid è tale che sono stati prorogati i termini delle iscrizioni.
Il ministero deve poi ancora decidere le modalità dell’esame di maturità. Lo scorso anno le regole di questo periodo già chiare. Molto probabilmente non ci sarà la seconda prova scritta, la prima sarà il tema di italiano. Poi una prova orale su tutte le materie. Forse, ad oggi, però il ministero dovrebbe cominciare a prendere una decisione.
In pratica, poi, nulla è stato fatto per favorire il ricambio dell’aria in classe. Installare dei dispositivi ad hoc ad oggi costa tra i 400 euro e i 500 per classe, una spesa eccessiva per istituti che arrivano ad avere anche 50 sezioni. E da quanto ne sappiamo non ci sono scuole statali che sono ricorse a questi dispositivi. Fa eccezione il Pio IX, scuola paritaria. Dunque, il ricambio dell’aria avviene soprattutto aprendo le finestre. Pensate la temperatura che può essere rilevata in tante classi, soprattutto nelle aree interne della regione dove ogni giorno la notte la temperatura scende sotto zero. Il ministero però non ha pensato ad un acquisto in grandi quantità di apparecchi, che avrebbe sicuramente portato a un notevole sconto. Come se non bastasse, oltre al Covid19 ci aspetta un febbraio di scioperi.