Tevere: polizia fluviale, i pesci avvelenati dalla sporcizia trascinata dalla pioggia 

La scarsa manutenzione delle strade e tombini, comunque una concausa di possibili altri eventi eccezionali ancora da accertare. La moria non è colpa della mancanza di ossigeno che secondo l’Arpa è sufficiente alla "vita" nel fiume

photo credit: Riprendiamoci Roma

Quelle migliaia di pesci morti sono vittime dell’incuria di strade e tombini di Roma. È questa l’ipotesi più probabile – ce ne sono anche altre due – per la strage di carpe, cefali, pesci siluro.

La bomba d’acqua del 24 agosto scorso avrebbe ripulito le strade da materiali inquinanti tutti legati al traffico e assorbiti dall’asfalto che, finiti nel fiume, hanno ucciso in poche ore i pesci poi affiorati in superficie da Fiumicino a Castel Sant’Angelo.

Se così fosse, quella distesa di carcasse tra il centro e la foce del fiume Tevere, rappresenterebbe uno schiaffo in pieno volto alla manutenzione della capitale. Uno dei punti fermi della politica della sindaca Raggi – scrive ‘La Repubblica’ – avrebbe dovuto essere la cura delle piccole cose. E l’ambiente è il tema rappresentato dalla seconda delle cinque stelle del movimento che sostiene la prima cittadina.

Secondo le indagini della polizia fluviale proprio la mancata cura che avrebbe ucciso i pesci. È questo che metterebbero in luce i primi accertamenti nelle acque del Tevere. I veleni e la sporcizia spazzati dalla bomba d’acqua del 24 sono finiti nel fiume che, nel periodo estivo, si abbassa di livello per la siccità.

Così i materiali inquinanti avrebbero avuto vita facile. Metalli pesanti e idrocarburi rilasciati da auto, moto, camion sono le sostanze che finiscono ogni giorno sulle strade di Roma. Oggi arriveranno i primi risultati definitivi sulle acque del Tevere e una prima risposta alle ipotesi.

Polizia fluviale, carabinieri e polizia locale dal 27 agosto lavorano per dare una risposta a quel tappeto di carcasse a pelo d’acqua. Le altre due piste sono quelle che portano a uno sversamento abusivo da parte di un cittadino o a un allaccio fuorilegge di un locale.

Di certo, assicurano gli investigatori, si tratta di un evento occasionale. E, a confortare questo dato, sono i livelli di ossigeno nell’acqua che sono stati giudicati buoni dopo la strage di pesci.

Le analisi di Arpa e Asl nel Tevere hanno rilevato sostanze inquinanti. “Ma – spiega a ‘La Repubblica’ chi indaga – si tratta di livelli troppo bassi che non giustificano quella moria. C’è stato un evento improvviso che ha ucciso i pesci”.

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