Roma Nord ostaggio della vegetazione. Oltre che dei cinghiali

A Roma Nord adesso c'è da avere paura anche solo per un incrocio, uno svincolo. Colpa della vegetazione fuori controllo con l'esplosione del caldo, dopo le (poche) piogge primaverili

Non bastavano i cinghiali, la spazzatura, i gabbiani. A Roma Nord adesso c’è da avere paura anche solo per un incrocio, uno svincolo. Colpa della vegetazione, fuori controllo con l’esplosione del caldo, dopo le (poche) piogge primaverili. Si prenda via Pieve di Cadore, uno stradone lungo mezzo chilometro che dall’uscita della Galleria Giovanni XXIII arriva fino allo snodo per la Trionfale. Lì, in cima, girare e immettersi sulla corsia è un gioco con la sorte.

L’erba, alta oltre mezzo metro, impedisce ogni visuale, con il rischio di impattare contro le auto in arrivo. In alcuni punti la vegetazione raggiunge il metro di altezza, impedendo ogni qual forma di visibilità. Pericoloso, e tanto. E pensare che basterebbe solo tranciare l’erba, visto che con il caldo e il sole e in assenza di acqua sarebbe difficile una ricrescita postuma.

L’altra grande emergenza continuano a essere i cinghiali, soprattutto quelli infetti. Meno male che il piano per eliminare il virus della peste suina che prevede anche l’abbattimento selettivo dei cinghiali è in dirittura di arrivo, grazie alla firma dell’ordinanza del commissario straordinario che istituirà la zona rossa di Roma e regolamenterà le restrizioni e le attività che si potranno svolgere all’interno dell’area. Nel mentre, un’ordinanza della Commissione europea, a firma Stella Kyriakides, ha deciso che l’Italia debba provvedere a istituire immediatamente una zona infetta in relazione alla pesta suina africana.

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