Bentornato Presidente, il film che fa satira sulla politica italiana al cinema

Sequel di Benvenuto Presidente, Garibaldi eletto premier. Ironia e risate in sala il 28 marzo con Claudio Bisio, Sarah Felderbaum, Paolo Calabresi e Guglielmo Poggi

Bentornato presidente, Claudio Bisio torna a intepretare Peppino Garibaldi al film

Bentornato Presidente sarà in sala il 28 marzo ed è il sequel di Benvenuto Presidente, il protagonista Giuseppe Garibaldi (Claudio Bisio) abbandonato il Quirinale si ritrova a Palazzo Chigi a fare il premier in mezzo ai due vice Stella e Guerriero “a immagine e somiglianza” di Di Maio e Salvini. Il cast e i due registi Giancarlo Fontana e Giuseppe G. Stasi hanno presentato il film.

Dopo l’exploit al Quirinale, Peppino Garibaldi e l’amata Janis sono tornati in montagna, a lei mancano i palazzi di potere a lui no Janis lo lascia e torna a Roma. Quando le due fazioni politiche che hanno vinto alle elezioni, Movimento Candidi e Precedenza Italia, non trovano un premier Garibaldi viene candidato e per Peppino è l’ottima occasione per riconquistare l’amata Janis. 

Come per il primo film, uscito sei anni fa, la sceneggiatura è firmata da Fabio Bonifacci e Nicola Giuliano (che l’ha anche co-prodotto con Indigo Film), mentre la regia è firmata da Giancarlo Fontana e Giuseppe G. Stasi che avevano diretto Metti la nonna in freezer. Giuliano aveva conosciuto i due giovani registi quando lavoravano in TV a Un, due, tre… stella:

“Questo film è stato una grande occasione per sdrammatizzare – spiega Fontana – raccontare con ironia quello che sta accadendo, è un selfie della situazione attuale”. 

Per Claudio Bisio che torna a vestire i panni di Giuseppe Garibaldi è un sequel perfetto:

“È un sequel vero da tutti i punti di vista, sono passati sei anni dal primo film e abbiamo una figlia, Guevara, che ha sei anni. Peppino non ha mai amato la politica e si trovava buttato lì per il nome che aveva. Era un elefante in cristalleria che non c’entrava niente, oggi è un qualunquista, non è più così puro. Vuole riconquistare lei, aveva fatto il Presidente della Repubblica e non ama la politica, ma è onesto e gli piace rimboccarsi le maniche. Per me questo non è un film buonista, è anti-cattivista”.

Garibaldi è un premier che non sa e ha l’onestà e l’umiltà di dire a tutti che s’informerà su PIL, deficit e spread. Bentornato Presidente ironizza sul modo (attuale) di fare politica in Italia sin dalle consultazioni in cui i “candidi” arrivano in bus, la destra arriva in Hummer e la sinistra… in Delorean, una delle tante referenze nel film. 

Garibaldi viene “telecomandato” dai due vice-premier, in una situazione che sembra fin troppo simile a quell’attuale italiana. I due vicepremier sono interpretati da Paolo Calabresi e Guglielmo Poggi. Calabresi interpreta Guerriero, un politico che indossa sempre felpe e che ha scatti di ira quando si accende la telecamera. Poggi è il giovane politico senza diploma che scatena orde di fake news per delegittimare gli avversari.

I due attori pensano i due attuali vice-premier non si arrabbino di fronte a questa (riuscita) parodia:

“Perché dovrebbero arrabbiarsi è merchandising per loro – spiega Calabresi – Non si arrabbieranno, abbiamo cercato di dargli umanità che non so se gli appartiene. Guerriero è pacato, un uomo molto buono, di gran cuore, quando appare una telecamera si trasforma come un personaggio di Luci della città di Charlie Chaplin. Con il filtro social cambiamo un po’ tutti, abbiamo ironicamente sottolineato: fanno tenerezza. E poi ce la prendiamo con tutti!”.

Preoccupato per la sua carriera il più giovane Guglielmo Poggi che cita la scritta tolta e rimessa a Garbatella come mossa pubblicitaria ad hoc per l’uscita del film:

“Ci siamo ispirati all’umanità, stiamo raccontando più che le persone singole, una generazione che non sa niente col sorriso in faccia ed è fiera di tutto questo. Sono molto felice e ho fatto tutto quello che non sopporto nella vita”.

Neanche al premier “designato” Bisio interessa la reazione dei politici al sequel di Benvenuto presidente, il film che curiosamente aveva anticipato un certo modo di fare politica e la lotta alla kasta:

“Il primo film è piaciuto in modo trasversale, era anti-casta e il M5S era fiero del personaggio qualsiasi che faceva politica. So anche di politici del PD che avevano il discorso di Peppino salvato nel cellulare. Penso che in politica dovremmo iniziare a rivolgerci al 40% che non sa e non risponde, a chi si è stufato di tutto questo. Dei politici chi se ne frega! Penso che questo film è un inno contro l’odio”. 

Nel film c’è la new entry di Sarah Felderbaum che prende il posto di Kasia Smutniak nel ruolo di Janis e si ride anche dell’opposizione senza guida e senza nome incarnata dal leader Maceria interpretato da Marco Ripoldi, uno dei volti de Il Terzo Segreto di Satira.

A completare il cast, l’esperto Ivan, un misterioso esperto di res politica interpretato da Pietro Sermonti. Rispetto al primo, il secondo film ironizza moltissimo sul non visto e sui retroscena dell’attuale situazione politica italiana:

“Nel primo film si ironizzava sulla dittatura dei sondaggi, qui su quella dei social. I due vicepremier sono delle persone amabili e miti, ma costretti a essere al guinzaglio dello story-telling. Eterni Dottor Jekyll e Mister Hyde, anche i due politici della prima Repubblica sono ripugnanti”.

Meravigliosamente interpretati da Cesare Bocci e Massimo Popolizio, girato nei palazzi dei Potere e in una piazza Montecitorio, i due giovani registi si sono anche ispirati alle ultime (bizzarre) misure dell’attuale governo come l’abolizione del televoto o il meme “Maledetti”:

“Abbiamo cavalcato l’onda – spiega Fontana – inserendo Maledetti, Salvini e il satanismo, no al televoto. Abbiamo preso dalla realtà, c’è stato uno scambio reciproco”. 

Per farvi due risate (necessarie) sull’attuale situazione politica italiana, per sdrammatizzare e per scoprire che un’altra Italia possibile esiste. Bentornato presidente vi aspetta al cinema dal 28 marzo co-prodotto da Sky Cinema, Tim Vision, prodotto da Indigo Film e Vision Distribution che lo distribuirà in sala. 

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