Cultura: La Rocca, “non abbandonare il grande patrimonio archeologico di Roma, manutenzione importante”

A pochi giorni dal crollo di una parte della Torre dei Conti, dove ha perso la vita un operaio di 66 anni, l'ex sovrintendente capitolino fa il punto sui progetti che hanno dato nuova vita agli spazi archeologici cittadini e sull'importanza di non abbandonarli

Il sopralluogo degli investigatori dei carabinieri, coordinato dalla procura di Roma, nell'area posta ieri notte sotto sequestro a seguito del crollo parziale della Torre dei Conti e che ha causato la morte di un operaio.

“L’uso moderno del grande patrimonio archeologico e storico di Roma è inevitabile, altrimenti tanti monumenti rimarrebbero abbandonati a se stessi senza una idonea manutenzione”. A dirlo e l’ex sovrintendente capitolino, l’archeologo Eugenio La Rocca. A pochi giorni dal crollo di una parte della Torre dei Conti, dove ha perso la vita un operaio di 66 anni, il dorso romano de La Repubblica ha fatto una lunga chiacchierata con La Rocca per capire quali sono gli obiettivi sull’immenso patrimonio archeologico di Roma.

Rispetto a quanto avvenuto alla Torre dei Conti, l’archeologo ha ricordato che “l’edificio medievale era stato completamente svuotato e erano stati costruiti più piani, durante il periodo fascista, per ospitare uffici comunali. Per rendersi conto di come era all’origine basta andare alla Torre delle Milizie, vuota, solo con una scala che porta in alto”. Per reggere l’involucro esterno “costruirono fuori degli speroni per aiutare a sorreggerlo, uno dei quali ora è crollato”. Per questo, ricordando vero è che non si possono vedere monumenti trascurati per vent’anni durante i quali nessuno pensa a una manutenzione”. Per questo fa suo l’appello dell’ex soprintendente archeologo Adriano La Regina sull’importanza della manutenzione continua e non solo di ristrutturazioni eccezionali.

Come esempio riuscito di rifunzionalizzazione, ossia ridare nuova vita a spazi archeologici, La Rocca ha citato quello dei Mercati di Traiano, “che abbiamo restaurato in maniera capillare dopo un esame accuratissimo per evitare possibili danni e poi li abbiamo aperti al pubblico per una visita degli spazi antichi, ma anche come museo dei Fori Imperiali”.

Tra i progetti futuri, ha citato quello su Palazzo Pantanella, ai bordi del Circo Massimo, “destinato al Museo sulla storia della Città antica. Mentre al Celio si sta cominciando ad intervenire sulle rovine del vecchio Antiquarium, vicino a dove sono state restaurate la Casina del Salvi e quella dei Vigili Urbani dove è stato aperto il museo della Forma Urbis con una struttura per ospitare studenti, un bar e altro”. Fuori dal centro, ha ricordato i lavori a Villa Phampili, con le Serre ottocentesche  e Casino dei Quattro Venti. “Mentre altre rifunzionalizzazioni importanti – ha detto La Rocca a Repubblica – sono state condotte a Villa Borghese e Villa Torlonia, dove numerosi edifici e padiglioni sparsi nei parchi hanno avuto bisogno di grandi lavori di restauro i cui risultati sono sotto gli occhi di tutti: a Villa Borghese la Casa del Cinema e il Museo Bilotti, a Villa Torlonia la Casina delle Civette il Casino dei Principi e il magnifico teatro”.

 

 

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