Dark Night, il film ispirato al massacro di Aurora al cinema

Il lungometraggio di Tim Sutton è legato alla strage del cinema nel 20 luglio 2012, presentato a Sundance e nella sezione Orizzonti a Venezia 73

Dark Night, il film ispirato al massacro al cinema di Aurora è da oggi al cinema, ecco perché dovete andare a vederlo

Il 20 luglio 2012 James Eagan Holmes sparò sulla folla in fila per vedere The Dark Knight al cinema Century 16 di Aurora, in Colorado. Dark Night racconta la storia di quel massacro, o meglio è ispirata alla strage di Aurora, in cui perse la vita dodici persone.

Dark Night parla di quella tragica notte e lo fa racconta gli intrecci di sei personaggi, incluso il killer, tutti legati al film Dark Night (un gioco di parole con il titolo dell’ultimo capitolo della saga di Batman firmata da Christopher Nolan).

Fra i sei personaggi c’è Eddie che vive ancora con la madre e che passa le sue intere giornate a giocare al computer e non ha mai conosciuto di persona i suoi amici; c’è Rosie che vedrà Dark Night insieme a un’amica, c’è l’adolescente Summer che cerca di essere compresa e accettata nel suo gruppo d’amiche, c’è anche Jumper che perde l’amore della sua fidanzata e il suo posto di lavoro. Le vite dei sei personaggi sono indissolubilmente legate alla prima di Dark Night, il film che dà il titolo al lungometraggio.

Tutti i sei personaggi si muovono in una statica provincia americana fatta di skateboard, lunghi viali e case isolate, sei vite “smorte” con i loro tic e le loro ansie, scopriamo le loro vite qualche ora prima dell’attentato in cui – presumibilmente – perderanno la vita. I sei personaggi si muovono in una città alienante e a rendere tutto più distante ci pensa la splendida colonna sonora di Maica Armata.

A colpire in Dark Night (il film è stato presentato al Sundance 2016 e al Festival di Venezia 73 nella sezione Orizzonti) è che ognuno dei sei protagonisti potrebbe essere quello che impugnerà il fucile e sparerà alla folla durante la première del film. Ognuno di loro, per un motivo o per l’altro, potrebbe essere premere il grilletto e diventare l’autore della strage.

“Era molto importante per me che il film facesse sentire come se qualcuno potesse morire da un momento all’altro. C’è sempre qualcosa là fuori, fuori dallo schermo. La sera del tragico attentato gli spettatori erano andati a vedere un eroe mascherato che sconfigge i cattivi, ma quello che ottennero fu una bizzarra versione della realtà. Mi sembrava che il massacro di Aurora fosse come la rappresentazione della parte più malvagia e allo stesso tempo più americana delle arti performative, sapevo che l’industria cinematografica non avrebbe fatto alcun film su questo”, specifica il regista Tim Sutton nelle sue note di regia.

Per Sutton era importante mostrare “qualcuno che non dovrebbe avere accesso alle armi” e che “tutti hanno problemi di salute mentale e, in America, specialmente in periferia, questa cosa sta allontanando le persone tra loro”. A James Eagan Holmes, l’autore del massacro di Aurora, era stato diagnosticato un disturbo schizofrenico e schizoaffettivo, prima e dopo il processo. Holmes raccontò di aver ucciso quelle dodici persone per trovare giovamento dalla rottura con la sua ex fidanzata che l’aveva lasciato in uno stato di depressione violenta.

Sutton racconta proprio questo in Dark Night come nessuno dovrebbe avere accesso alle armi soprattutto se ha problemi di salute mentale. Con i suoi sei personaggi Sutton vuole sottolineare che chiunque è in grado di compiere una strage: il veterano, la madre apprensiva, l’adolescente ribelle.

“Ognuno di loro potrebbe essere tuo cugino, il tuo compagno di stanza al college, tuo zio o perfino te stesso, tutti potrebbero dei possibili killer”, sottolinea Sutton.

E ci sono le tante, troppe, “stragi della porta accanto” a testimoniare che il regista americano ha ragione.

Dark Night è un film necessario e da oggi è al cinema, distribuisce Mariposa Cinematografica. A Roma lo potete vedere nella Sala Apollo 11.

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