Gli occhi di Vittorio avevano il volto di Paola

La scomparsa della grande attrice, primogenita del mattatore. Un talento vero e genuino, mai all'ombra del grande padre

Di Paola Gassman si diceva che fosse la più Gassman di tutte. Sembrava quasi di vedere Vittorio, con quegli occhi un po’ scoscesi, quasi a mandorla, dal sapore orientale. E in effetti era proprio così, l’inarrivabile mattatore riviveva nei lineamenti di Paola a ogni primo piano. Nata quando il più grande attore italiano di tutti i tempi aveva solo 22 anni.

Giovane Vittorio, troppo, per ammissione della stessa primogenita, scomparsa all’età di 78 anni dopo una lunga malattia. Vittorio non era pronto a fare il papà, sosteneva Paola in tante interviste (memorabile quella a Vittorio, con la partecipazione di Paola nel finale, firmata da Gianni Minà, nel 1997, tre anni prima della scomparsa del mattatore), così come nell’autobiografia Una grande famiglia dietro alle spalle, in cui la grande attrice raccontava la sua vita al fianco (ma mai all’ombra) di un padre che più ingombrante non poteva essere.

Era giovane, Vittorio, quando nacque Paola. Ed era giovane anche Nora Ricci, mamma in carriera e figlia d’arte di quel Renzo Ricci che pose le basi per il moderno teatro all’italiana, mancata quando Paola aveva solo 31 anni. Fu un amore giovanile, come amava dire Vittorio, poco più di tre anni e poi l’addio. Ma l’amore diede i suoi frutti, regalando all’Italia una delle migliori attrici di teatro di sempre. Paola conobbe davvero Vittorio quando era già un’adolescente e il mattatore aveva avuto nel frattempo Vittoria, la figlia americana nata dall’amore con Shelley Winters. Ne nacque un’amicizia, che poi divenne saldo e forte amore di padre in figlia, capace di colmare i vuoti di una paternità distratta.

Era una famiglia particolare, quella di Paola: una sorella e due fratelli da altrettante madri: oltre a lei, Vittoria, Alessandro, Jacopo. E il fratello acquisito Emanuele Salce, figlio di Luciano e Diletta D’Andrea, ultima moglie e compagna di Vittorio. Una famiglia allargata, si direbbe. Sposata in giovane età per poi lasciarsi dopo solo un anno, il suo grande amore fu Ugo Pagliai, compagno di vita per 55 anni, da cui ebbe il secondo figlio, Tommaso.

Per tutta la sua vita Paola Gassman si è dedicata quasi esclusivamente al teatro, con poche apparizioni televisive in commedie e sceneggiati. Ha iniziato la carriera nella compagnia Teatro Libero diretta da Luca Ronconi, impegnata in tour nello spettacolo Orlando furioso in Europa e negli Stati Uniti. Prese parte agli spettacoli La tragedia del vendicatore, sempre per la regia di Ronconi, e Cucina diretta da Lina Wertmuller.

Entrò poi nella compagnia Brignone-Pagliai con gli spettacoli Spettri di Ibsen e Processo di famiglia di Fabbri. Fu poi diretta dal padre Vittorio in Cesare o nessuno, Fa male il teatro e Bugie sincere. Con la ditta teatrale Pagliai-Gassman mise in scena molti spettacoli drammatici e brillanti, con un lungo periodo dedicato a Pirandello: Liolà; Il piacere dell’onestà; L’uomo, la bestia e la virtù; Ma non è una cosa seria, e poi ancora Il bugiardo di Goldoni; Il gatto in tasca di Feydeau; Scene di matrimonio di Svevo. Nella sua lunga carriera ha lavorato con tantissimi registi, da Squarzina a Castri, da Bolognini a Piccardi, Sciaccaluga, Maccarinelli.

Vale la pena lasciarsi con uno sketch, passato alla storia:

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