Natale a cinque stelle su Netflix il nuovo film comico dei Vanzina

Scritto dai fratelli, diretto dal migliore amico del defunto Carlo, Marco Risi, un’ironica visione dell’attualità politica italiana

I protagonisti di Natale a Cinque Stelle in posa con Enrico Vanzina e Marco Risi

Natale a cinque stelle è il nuovo film dei Vanzina, a scriverlo insieme a Enrico anche Carlo, la metà del duo scomparsa qualche mese fa, e a lui il film è dedicato. Natale a cinque stelle ironizza sull’attualità politica italiana e arriverà su Netflix dal 7 dicembre.

Enrico Vanzina è il primo a prendere la parola in conferenza stampa e in un lungo omaggio a Carlo ha raccontato la genesi del film: ha firmato la sceneggiatura con Carlo, ispirata all’opera teatrale di Ray Cooney Out of Order. A proporglielo l’attrice ungherese Andrea Osvart perché in Ungheria dal testo era stato tratto un film campione d’incassi. I Vanzina fecero leggere la sceneggiatura a Salemme e hanno finito per produrre il film con la stessa Osvart:

“Carlo, un giorno, ha trovato un titolo Weekend a cinque stelle, evocativo della nuova politica: abbiamo contestualizzato la commedia in modo molto italiano, inserendo una verosimiglianza con la politica nostrana. Carlo si è ammalato ma voleva fare questo film, stava sempre peggio, fino tre giorni prima di morire, pensava al film e poi mi ha detto: Credo che non ce la farò, avvisa Marco Risi. Oggi Carlo non c’è più, la sceneggiatura è piaciuta anche a Netflix, ma vogliono un film sul Natale e così che nasce Natale a cinque stelle anche se non volevamo fare più film natalizi”. 

A 35 anni da Vacanze di Natale, il film che lanciò il fenomeno dei cinepanettoni e con il quale i fratelli Vanzina inventarono un nuovo genere cinematografico, Natale a cinque stelle è una visione ironica dell’attuale situazione politica italiana:

“A 35 anni da Vacanze di natale, si riesce a fare un salto in avanti con una piattaforma che farà finire il film in 180 paesi, con l’intuizione che avevo avuto io di rendere il film di Natale attuale, in Vacanze di Natale c’era la fotografia dell’Italia del 1983. Il film di Natale deve comunque raccontare il Paese, ha una forte connotazione contemporanea, siamo tornati a fare un film italiano d’Italia. Carlo non firma la sceneggiatura perché non c’era più, l’80% l’ha scritto però lui, io ho aggiunto un 15% attualizzando la situazione politica”. 

In Natale a cinque stelle viene preso in giro il “governo del cambiamento” e il nuovo modo di fare politica:

“Nel 2050 ripenseremo al 2018 per questa nuova scena politica, la commedia questo deve fare, si fanno film di denuncia che fanno cadere i governi, ma non la commedia sulla politica. Questo è un film sulle debolezze dell’improvvisazione nella politica attuale: sono pronti a tutto, non hanno ideali, è un piccolo ritratto buffo della commedia”.

A dirigere il film, questa volta c’è Marco Risi, il miglior amico di Carlo Vanzina:

“Ho vissuto metà della mia vita con lui, abbiamo lavorato insieme a Polvere di stelle, in Finché c’è guerra c’è speranza, mi chiamò per fare il suo aiuto in Ecceziunale veramente, grazie a quel film ho iniziato a fare il mio cinema. Ho cercato di fare questo film come l’avrebbe fatto lui e come lo farei io, ogni giorno pensavo a lui”. 

Massimo Ghini interpreta il premier Franco Rispoli e “risponde” come farebbe Giuseppe Conte:

“Chiedo scusa non avrò molto tempo perché ho lasciato la riunione della presidenza del consiglio, ho interpretato me stesso come una provocazione e ho accettato per i cittadini, perché seguivo i Vanzina per il loro cinema neorealista. Ho visto i film di fantascienza di Gianmarco Risi, abbiamo una preparazione a 372 gradi , quando mi è stata fatta quest’offerta mi sono permesso questa vacanza, lavorando. In camera correggevo le bozze dei documenti, mettevo a posto gerundi, congiuntivi. Mi sembra che la possibilità che ci viene data con Netflix è di poter uscire in 190 Paesi e poter raccontare quello che sta avvenendo nel nostro Paese”.

Al suo fianco, l’ex comunista redento, Walter Bianchini, il suo portaborse interpretato da Ricky Memphis:

“Sono un camaleonte come tanti dappertutto, è stata un’esperienza bellissima, un film divertente da girare, molto doloroso. Abbiamo accettato perché era bellissimo, ma anche per stare vicino a Carlo. Carlo era in spirito ma non c’era, c’era Marco e la cosa è stata meno dolorosa, il film è venuto bene è stata una ricerca totale del ritmo, necessitava se no si rischiava di appiattire tutto perché era molto teatrale, siamo riusciti a trovarlo”.

All’opposizione c’è Martina Stella, l’attrice interpreta l’onorevole Giulia Rossi:

“È stato un grande onore e piacere partecipare al film dedicato a Carlo, un grande punto di riferimento dal punto di vista lavorativo e umano, ho trovato una troupe di amici e un cast fantastico. Giulia è un personaggio surreale divertente, una donna in conflitto fra ambizioni ed emozioni”.

Andrea Osvart ha un piccolo ruolo e ha co-prodotto il film in Ungheria con la sua Amego Film:

“Ho portato la mia bella Ungheria nel cinema italiano e una produzione italiana a Budapest, nel 2016 Enrico e Carlo hanno fatto un sopralluogo a Budapest e sono riuscita a farli innamorare della mia città, avevo preso i diritti dell’opera di Cooney prima che scadessero”.

Massimo Ciavarro, storico volto dei film dei Vanzina, è un leghista di Civitavecchia che vuole asfaltare tutti con le sue ruspe, mentre Paola Minaccioni è la first lady:

“Questo film è stato importante per me prima di tutto per essere ancora nel mondo e nell’immaginario di Carlo ed Enrico Vanzina, a loro due si è aggiunto un altro signore della commedia Marco Risi. La first lady è una donna comune che mai avrebbe immaginato di fare un salto così, stare sotto i riflettori, sono grata agli sceneggiatori che nel giro di una scena le hanno fatto uscire il mostro che covava dentro, come tanti italiani, non vediamo l’ora di arrivare al top, tutti lo vogliamo, è una donnetta con potenzialità da super star”.

Completano il cast Ralph Kalka, il concierge dell’hotel e Biagio Izzo, un cameriere napoletano emigrato a Budapest:

“Contento di aver fatto questo film per l’amore che avevo per Carlo, un piacere lavorare di nuovo con loro, con Carlo ci sentivamo spesso, era un signore meraviglioso. È un ruolo napoletano, i napoletani all’estero, Salvini ha chiuso i porti e io sono finito a Budapest”.

Per il suo premier, Massimo Ghini si è ispirato non solo a Conte, ma anche a Vallenzani di Compagni di scuola, per il romano, Franco Rispoli è una evoluzione di quel personaggio:

“Pensare a questo parallelismo ti fa capire che tante cose non sono cambiate, quel personaggio rappresentava il potere dell’epoca, ma è ancora attuale. Era antipatico e negativo, questo ti fa sorridere e trova sempre il modo di risolvere i problemi, la derivazione e la radice sono comuni”.

A chi chiede se Natale cinque stelle ha avuto un’ispirazione politica, Enrico Vanzina risponde con alcune massime di Ennio Flaiano, Anatole de France e Ronald Reagan, l’ex presidente americano aveva detto: “La politica è la seconda più antica professione del mondo, ma certe volte somiglia troppo alla prima”.

Natale a cinque stelle arriverà su Netflix, il fatto che sia prodotto e distribuito dalla piattaforma online non ha cambiato nulla, come hanno sottolineato Enrico Vanzina e Marco Risi. Il film è la seconda collaborazione Lucky Red – Netflix che dopo Sulla mia pelle. 

Enrico Vanzina ha ammesso che ci sono state delle difficoltà iniziali e che non si sente ancora pronto per dirigere, ma forse lo farà per Carlo:

“In un momento di grande confusione del cinema italiano che fa solo commedie, questa sembrava un po’ antica, un film costruito da un genio come Cooney non rientrava nelle visioni del produttore italiano, quando c’è un po’ di politica viene fuori il lato di rispetto. Nessuno voleva farlo, hanno detto sì solo Lucky Red e Netflix. Avrei potuto dirigere prima, sono nato in una famiglia che lo faceva: non mi piace, il momento bello è scrivere un film, il regista fa dei compromessi. Scrivi la scena, poi la mattina il regista l’adatta, fai dei compromessi l’ho lasciato fare a mio padre e a mio fratello che era più padre di me, ci devo pensare perché forse è Carlo che voglia che sia così”.

Vanzina vede positivamente lo sbarco del film sulla piattaforma online:

“Mi piaceva scrivere e ricevere delle lettere, oggi scrivo sms e Whatsapp: tutto cambia. Quando arrivò la TV mio padre mi disse: forse dovrò cambiare lavoro. Troveremo un modo per convivere, conviveremo con le piattaforme, il cinema rimarrà centrale, ha un momento di difficoltà”.

A chi ha criticato il film per il ruolo che dà ai suoi personaggi femminili, Vanzina ha risposto:

“I grandi personaggi del cinema italiano sono negativi: è la forza della commedia, dopo tutto quello che è successo, raccontato dai giornali con voyeurismo sui retroscena della politica, questa domanda mi sembra strana. Il personaggio di Martina ha grande umanità, in una scena dice: Vengo dall’Isola dei famosi, ma ora che vi ho conosciuto vorrei di nuovo fare la parrucchiera. Gli attori fanno i personaggi così, non vuole essere edificante sulla figura della donna ma non è un film contro le donne”.

Non chiamate però Natale a cinque stelle il cinepanettone di Netflix, come spiega Ghini:

“Si parla di cinepanettone perché esce a Natale, avendone fatti prima, so la sottile differenza fra commedia e cinepanettone. Questa è una commedia interpretata, girata, rappresentata anche al teatro da Johnny Dorelli: Se vuoi dire una bugia dilla grossa al Sistina. Ci saranno amici e colleghi che si scontreranno nell’arena del film natalizio, noi faremo un’altra esperienza, non etichettiamo tutto con gli stessi crismi”.

Natale a cinque stelle un ritratto in pieno stile Vanzina dell’attuale scena politica italiana vi aspetta su Netflix a partire dal 7 dicembre.

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