Quando arte e scienza s’incontrano: a palazzo Barberini una mostra celebra Urbano VIII e Galileo Galilei – FOTOGALLERY

L’esposizione con un centinaio di opere originali - tra cui dipinti, disegni, incisioni e libri concesse da importanti istituzioni italiane - vuole celebrare, non solo l’opera del grande scienziato che pose i fondamenti del moderno concetto di scienza, ma anche l’illuminata capacità di Urbano VIII Barberini di sostenere il sapere e le arti a Roma

Fino all’11 febbraio 2024 nello spazio mostre di Palazzo Barberini viene celebrato l’anniversario della pubblicazione de “Il Saggiatore” di Galileo Galilei, con la mostra dal titolo “La città del Sole. Arte barocca e pensiero scientifico nella Roma di Urbano VIII”. Il testo sotto forma di lettera affronta i temi difficili e controversi del metodo scientifico, recando nelle prime pagine la dedicatoria al neoeletto papa Urbano VIII. Curata da Filippo Camerota con la collaborazione di Marcello Fagiolo, “La Città del Sole” è ideata dal Museo Galileo in collaborazione con le Gallerie Nazionali di Arte Antica, la Biblioteca Nazionale Centrale di Roma e il Centro di Studi sulla Cultura e l’Immagine di Roma

L’esposizione con un centinaio di opere originali tra cui dipinti, disegni, incisioni e libri concesse da importanti istituzioni italiane, vuole celebrare non solo l’opera del grande scienziato che pose i fondamenti del moderno concetto di scienza, basato sull’osservazione e sulla sperimentazione, ma anche l’illuminata capacità di Urbano VIII Barberini di sostenere il sapere e le arti a Roma. Si prosegue nel solco delle celebrazioni promosse dalle Gallerie Nazionali di Arte Antica per l’elezione del Cardinale Maffeo Barberini al soglio pontificio nell’agosto del 1623, seguendo la precedente mostra “L’immagine sovrana. Urbano VIII e i Barberini.”

In mostra sarà possibile eccezionalmente ammirare volumi antichi custoditi negli archivi e difficilmente visibili, come i Libra astronomica di Orazio Grassi del 1619 e Musurgia Universalis di Athanasius Kircher del 1650, entrambi concessi in prestito dalla Biblioteca dell’Accademia Nazionale dei Lincei, così come i 3 progetti di Orazio Grassi dell’Archivio Storico della Pontificia Università Gregoriana. Numerosi testi antichi sono provenienti dalla Biblioteca Nazionale Centrale di Roma, tra cui ovviamente il Saggiatore con il suo frontespizio inciso dal titolo completo che così riporta: Il Saggiatore, nel quale con bilancia esquisita e giusta si ponderano le cose contenute nella Libra astronomica e filosofica di Lotario Sarsi Sigensano. Il “saggiatore” era la bilancia di precisione utilizzata dagli orefici per pesare l’oro in contrapposizione alla “libra” meno precisa con la quale secondo Galileo in modo metaforico il suo avversario lo studioso Orazio Grassi considera le opinioni altrui. Insieme esposti anche gli strumenti astronomici originali del Seicento per l’osservazione e la comprensione degli astri.

Il felice rapporto tra scienza e fede si incrinò pesantemente quando il Sant’Uffizio processò e condannò lo scienziato toscano, ma nel frattempo le scoperte di Galileo avevano acceso un dibattito straordinariamente importante che vide impegnati i maggiori protagonisti dei tre poli scientifici romani: il Collegio Romano dei Gesuiti, l’Accademia dei Lincei e il Convento dei Minimi a Trinità dei Monti.

Il percorso espositivo si snoda attraverso i lavori degli scienziati appartenuti a queste tre istituzioni, tra i quali, oltre a Galileo, Christoph Scheiner e Athanasius Kircher, in un intreccio creativo e stimolante con l’opera di alcuni degli artisti più celebrati di Roma barocca, fra cui Gian Lorenzo Bernini, Francesco Borromini e Andrea Sacchi.

© StudioColosseo s.r.l. - studiocolosseo@pec.it
Il Sito è iscritto nel Registro della Stampa del Tribunale di Roma n.10/2014 del 13/02/2014