Sgorga di nuovo l’acqua dalla fontana di piazza del Viminale, di fronte al palazzo del ministero dell’Interno a Roma. La fontana è stata restaurata dopo oltre 20 anni dall’ultimo intervento di riqualificazione e fino a sette mesi fa versava in uno stato di profondo degrado, soprattutto per le diffuse incrostazioni calcaree e per le estese patine biologiche legate all’inquinamento atmosferico. La fontana, inoltre, si trovava in una grave situazione di dissesto a causa di due lesioni trasversali sui lati brevi della vasca superiore, in corrispondenza dei baggioli di appoggio. La frattura più grave, sul lato che guarda alla Chiesa di Santa Maria Maggiore, aveva determinato il distacco della porzione della vasca in aggetto, del peso di circa 7 tonnellate, e la rotazione di qualche grado attorno al punto di appoggio. Grazie a uno stanziamento di oltre 290 mila euro del piano giubilare del Pnrr “Caput mundi”, con i cantieri andati avanti dal luglio del 2024 a febbraio del 2025, oggi la fontana è tornata all’antico splendore.
Per l’occasione sono intervenuti il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, e il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri. “Ringrazio tutti coloro che hanno lavorato per questo risultato che consente il recupero di uno spazio molto bello della nostra Capitale e che ha il valore aggiunto di rispondere alle richieste del personale del ministero che da anni domandava il ripristino del decoro della piazza”, ha spiegato Piantedosi. “È un’altra fontana che riportiamo all’antico splendore dopo un lavoro di restauro, particolarmente impegnativo – ha aggiunto Gualtieri -. La fontana aveva lesioni profonde ed era tenuta insieme da una imbracatura di acciaio: per questo non c’era più il getto d’acqua”. Con il supporto delle indagini diagnostiche e le misure ultrasoniche infatti è stata ripristinata la continuità della vasca mediante l’inserimento al suo interno di una struttura in acciaio inox. Per consentire il corretto smaltimento delle acque meteoriche della piazza e dello scarico della fontana inoltre è stata realizzata una modifica all’impianto di raccolta. La fontana sarà valorizzata anche con una nuova illuminazione artistica: faretti a led saranno posizionati sott’acqua, si aggiungeranno ad altri quattro punti luce a incrocio della vasca superiore e ad altri otto che dal perimetro della vasca inferiore puntano a quella superiore.
“È una delle 55 fontane del programma Caput mundi, un’opera straordinaria che ha una forma particolare. Adesso continuerà a svolgere la sua funzione decorativa, ringrazio la sovrintendenza capitolina che ha curato questo intervento”, ha concluso Gualtieri. La fontana, inizialmente progettata dallo scultore Publio Morbiducci per una piazza del quartiere Testaccio, è stata realizzata tra il 1929 e il 1931 ed installata in piazza del Viminale. L’opera, in travertino, è composta da un grande bacino mistilineo posto ad una quota ribassata rispetto al selciato della piazza al centro del quale si innalza un massiccio basamento rettangolare realizzato con blocchi squadrati giustapposti e formanti un insieme compatto di forma parallelepipeda decorato con rilievi raffiguranti la Lupa Capitolina, le tre alture dello stemma del Rione Monti e la corona turrita simbolo della città. Nel 1999 la fontana è stata restaurata e l’intervento ha previsto il restauro delle superfici e il risanamento strutturale ed architettonico della vasca superiore che presentava due fratture profonde. Nel 2018, a causa della riapertura delle stesse lesioni, di cui una passante, la fontana è stata messa in sicurezza con l’introduzione di un sistema di funi in acciaio inox per contrastare il movimento di ribaltamento ed evitare la caduta delle porzioni a sbalzo all’ estremità della vasca superiore la cui stabilità risultava oramai compromessa.