Tito e gli alieni, la favola di Paola Randi dal 7 giugno al cinema

Il secondo film della regista con Valerio Mastandrea, Clémence Poésy e due straordinari esordienti Chiara Stella Riccio e Luca Esposito

Tito e gli alieni, il secondo film di Paola Randi, i quattro protagonisti di questa favola meravigliosa © Sara Petraglia

Tito e gli alieni arriva in sala il prossimo 7 giugno, la bellissima favola di Paola Randi è il suo secondo film scritto e diretto e ha per protagonisti Valerio Mastandrea e due meravigliosi esordienti napoletani: Chiara Stella Riccio e Luca Esposito. A completare il cast la star francese Clémence Poésy. 

Tito e gli alieni racconta come elaborare il lutto attraverso la storia di due fratelli Anita e Tito (Riccio ed Esposito) che si ritrovano a 16 e a 7 anni orfani, abbandonano Napoli per approdare nell’Area 51, dove lo zio (Mastandrea) da anni sta facendo degli esperimenti. Schivo, solitario, l’unico contatto con il mondo è Stella (Poésy), una ragazza che organizza matrimoni “spaziali” e si prende cura di lui. 

“Il film – racconta la regista – nasce da un’esperienza personale, come tutti ho subito delle perdite. Mio padre, nell’ultima parte della sua vita, stava perdendo la memoria e l’ho trovato che fissava un ritratto fotografico di mia madre, che era mancata dieci anni prima, guardandola la voleva ricordare. Quando l’ho visto ho avuto subito in mente l’immagine di un uomo nel deserto disteso sul divano che affronta il dolore della perdita e ho iniziato a scrivere la storia ed eccoci qua”.

Valerio Mastandrea, il Professore, è “l’uomo sul divano” che elabora la morte dell’amata, l’attore romano aveva già lavorato con Paola Randi nel suo primo cortometraggio:

“Quando lessi il copione, ho visto che c’era in questo film qualcosa di artistico e diverso. Mi colpì il suo aspetto poetico, non m’interessava il genere. Ho ritrovato la sensazione che ho avuto leggendolo, vedendolo”.

Il navigato attore Mastandrea divide la scena con due esordienti. Luca Esposito, 10 anni e un sogno di diventare calciatore interpreta Tito:

“Quando ho saputo che dovevo fare questo film, cercavo di capire la trama e ho chiesto a Paola come sarebbe stato il finale perché non c’era il copione… poi l’ho girato. Sono stato fortunato ho capito che ho fatto qualcosa di grande”.

Chiara Stella Riccio gli fa eco e fra i tre nasce un siparietto e si percepisce che l’alchimia sul set continua anche a telecamere spente, l’attore romano definisce così il suo ruolo:

“È un uomo che mantiene vivo il ricordo di una perdita, questo gli impedisce di vivere la sua vita, il suo futuro. Dorme e viene svegliato da due mosche, fastidiose, e prova subito a scacciarle via, ma finiranno per svegliarlo”.

Mastandrea si riferisce ai suoi colleghi di set: Luca Esposito, “il futuro ministro dell’Istruzione”, e Chiara Stella Riccio che avrà “un futuro d’attrice”. L’attore ha poi ringraziato la produttrice Matilde Barbagallo che ha la “colpa” di aver creato questo trio:

“Ho letto questa storia per la prima volta nel 2012 ed è il cinema che amo vedere. C’è stato poi l’incontro con Paola e abbiamo trovato il modo di raccontare questa storia”.

Tito e gli alieni ha avuto un lunghissimo periodo di preparazione e arriva a otto anni dall’ottimo esordio della regista Into Paradiso. Molto tempo, come sottolinea l’altro produttore Angelo Barbagallo, è stato richiesto per trovare il protagonista e il giusto equilibrio fra ogni componente di questo piccolo grande film. A complicare la realizzazione anche la ricerca dei giovani protagonisti e la riscrittura del film:

“Sono dovuta ritornare sui luoghi del film e riadattare il testo. Abbiamo anche riscritto il testo una volta trovati i due protagonisti: Chiara Stella è arrivata al primo provino, ma per trovare Luca abbiamo dovuto vedere più di 860 bambini. Volevo trovare l’equilibrio perfetto fra effetti digitali ed effetti di ripresa, per riuscire a fare un film con dignità”.

E Tito e gli alieni lo è, la lunga “gestazione” è stata dovuta ad alcune difficoltà riscontrate sul set, come le alluvioni che hanno colpito la Spagna e gli USA durante le settimane di riprese. Il film è stato girato ad Almeria nelle stesse location di C’era una volta il West e Game of Thrones. Mentre l’Area 51 è stata ricreata a Montalto di Castro, ma la produzione è andata molto vicina all’area top secret:

“Abbiamo girato sulla Extraterrestrial Highway e siamo stati a Rachel, nel Nevada, una città con 54 abitanti, tutti convinti che nell’Area 51 gli alieni e gli scienziati lavorino per realizzare un mondo migliore”. 

Tutto questo però non ha causato difficoltà sul set, come sottolinea Valerio Mastandrea:

“Le difficoltà sono sempre relative al tempo. Tito e gli alieni non si sarebbe mai fatto se non fosse stato per il binomio di donne folli (la regista e la produttrice, ndr)… ci vogliono coraggio, voglia se no non si possono fare film del genere”.

Tito e gli alieni non è un film di fantascienza, ma per scriverlo la regista si è ispirata ai film di genere e agli effetti speciali degli anni 70 e 80, di cui è una vera appassionata:

“Quando uscì il primo Guerre Stellari lo aspettavo da un anno. Per gli effetti speciali mi sono ispirata a Carlo Rampaldi e tutta la fantascienza del film è vintage. Anche il robot L.I.N.D.A. lo è”.

Un robot creato per interpretare il linguaggio proveniente dall’universo che balla sulle note di Chet Baker insieme al Professore Mastandrea. L’attore divide la scena con Clémence Poésy, scelta per la sua bellezza, intelligenza e perché “è un po’ matta”. 

Dal primo film, la regista porta l’interesse per la scienza e l’amore per Napoli, tradotto in alcuni stereotipi da L.I.N.D.A.:

“È un robot costruito da un italiano, ma negli USA, quindi ragiona per stereotipi. Ho un legame particolare con Napoli che è una città molto legata all’aldilà. Gli USA, poi, sono per me un luogo di sperimentazione ed elaborazione del lutto, un po’ come la Luna per Astolfo nell’Orlando Furioso”.

Quanto all’amore per la scienza, la regista lo deve alla sorella, da anni emigrata a Londra dove si occupa di studio delle cellule:

“Nella mia famiglia siamo tutti emigrati, siamo tutti degli alieni. In Incontri ravvicinati del terzo tipo, è il bambino ad aprire loro la porta, quando tutti gli altri ne sono spaventati, questo è un elemento di speranza”.

Tito e gli alieni, non è un caso, è un film che trasuda speranza, fa sorridere e fa commuovere con estrema semplicità ed è realizzato con elevata cura nei dettagli… da non perdere!

Tito e gli alieni vi aspetta al cinema il 7 giugno, prodotto da BiBi Film, Rai Cinema e TimVision e distribuito da Lucky Red. 

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