Che i rifiuti di Roma finissero ogni giorno a chilometri di distanza dalla Capitale, non è un mistero. La città non è ancora in grado di chiudere il proprio ciclo rifiuti, nonostante gli auspici del sindaco Virginia Raggi, finendo con l’essere costretta a spedire decine di camion presso impianti di altre regioni, quando non di altri Paesi (Germania, Portogallo).
La domanda a questo punto è, ma quanto costa tutto questo. Un’idea è possibile farsela leggendo i documenti relativi all’ultima gara indetta dall’Ama.
La municipalizzata guidata dal duo Antonella Giglio-Stefano Bina, ha infatti lanciato un bando biennale da 4 milioni di euro “per la cessione dei rifiuti in carta e cartone provenienti dalla Raccolta Differenziata congiunta (flusso stradale) nel Comune di Roma Capitale”. In altre parole, la miriade di scatole e scatoloni che ogni giorno affollano le strade capitoline.
Un’operazione con cui Ama punta a liberarsi di 200.000 tonnellate di carta e cartone nel giro di 24 mesi. La gara, suddivisa in 4 lotti, il primo del valore di 860 mila euro, gli altri poco sopra il milione, mira a individuare quell’operatore in grado di accollarsi le migliaia di tonnellate di carta, per poi eventualmente riciclarle.
Il tutto mentre al Campidoglio è ancora in fase di gestazione l’attesa riforma delle partecipate messa a punto dall’assessore Massimo Colomban. E che, tra le altre cose, potrebbe prevedere anche l’ingresso di privati in Ama ma anche in Atac, cosa che lo stesso Colomban non esclude per nulla, come affermato in un’intervista a inizio anno.