Ama, sugli impianti i conti non tornano

Regione e Comune azionista continuano a tirarsi gli stracci, mentre il numero uno di Ama Zaghis si arrende all'immobilismo industriale. Eppure la municipalizzata si mette a caccia di un'area per nuovi impianti...

Ama spa
(immagine di repertorio)

Sembra quasi una presa in giro. Mentre Regione Lazio e Comune di Roma si tirano gli stracci rinfacciandosi colpe e fallimenti sulla gestione dei rifiuti nella Capitale, che nel frattempo si avvicina pericolosamente a una nuova crisi ambientale causa spazzatura, Ama si mette alla ricerca di un’area dove realizzare fantomatici impianti per lo smaltimento dei rifiuti. Il tutto mentre la politica, peraltro azionista della municipalizzata dei rifiuti a mezzo Campidoglio (100%), litiga. Di più, l’amministratore unico di Ama, Stefano Zaghis, sembra ammettere una sorta di resa incondizionata sul fronte delle infrastrutture per lo smaltimento dei rifiuti. E allora?

Allora succede che dal sito di Ama, spunta una indagine di mercato con scadenza 18 giugno con l’obiettivo di “individuare un’area da acquistare per la realizzazione di sedi impiantistiche localizzata nel territorio di Roma Capitale. I soggetti interessati, proprietario dell’area, procuratore o persona fisica o giuridica con mandato di agenzi, in possesso dei requisiti richiesti, sono invitati a trasmettere specifica manifestazione di interesse”. E dai dettagli sembra anche un’area piuttosto estesa, con un range dai 75.000 mq a 125.000 mq.

Forse un impianto, l’ennesimo Tmb? Non si sa. Ma è certo che in conti non tornano. In una lettera, proprio ieri, il numero uno di via Calderon De La Barca ha puntato il dito contro la Regione e “la particolare fragilità del ciclo dei rifiuti nel Lazio “. Il management della municipalizzata lamenta “la mancanza relativa di sbocchi da parte di tutti gli impianti di cui Ama si serve all’interno della regione e nel Centro Nord Italia”.

Attualmente “nella nostra regione sono attive solo due discariche e precisamente quella di Viterbo, con una capienza residua di circa 160.000 metri cubi, e quella di Civitavecchia, con una capienza residua di circa 30.000 metri cubi, che sarà esaurita prima della fine dell’anno. L’Ama così ha dovuto utilizzare per i rifiuti trattati nei suoi impianti (Tmb Rocca Cencia e Vrd Laurentino) gli sbocchi fuori Regione a prezzi raddoppiati, il tutto per non interrompere la raccolta dei rifiuti sul territorio di Roma”. Eppure la caccia all’impianto non finisce.

Approfondimento nel dossier

© StudioColosseo s.r.l. - studiocolosseo@pec.it
Il Sito è iscritto nel Registro della Stampa del Tribunale di Roma n.10/2014 del 13/02/2014