Atac, il piano industriale arriverà entro novembre

La municipalizzata accelera sul rilancio in tre mosse. Entro il mese sarà nelle mani del tribunale e poi dei creditori

Atac, sindacati e Comune sul contratto di servizio
Atac, sindacati e Comune sul contratto di servizio

Atac stringe sul piano industriale che la traghetterà fuori dalla palude. Come documentato giorni fa da Radiocolonna.it la municipalizzata dei trasporti sta mettendo a punto il rilancio per sottoporlo al giudizio dei curatori fallimentari nominati dal Tribunale. E poi a quello ben più importante dei creditori.

Il termine era fissato per dicembre ma negli ultimi giorni c’è stata un’accelerazione sulla tabella di marcia tanto che l’intero piano potrebbe essere pronto per la consegna già alla fine di questo mese. La partita di Atac si gioca su tre fronti: razionalizzazione delle linee, recupero della redditività e della credibilità agli occhi dei creditori. Dunque stop alle fatture pagate con 8 o 9 mesi di ritardo.

I più informati dicono che il management di Via Prenestina nutra solide speranze per la riuscita dell’operazione. Si punta a strutturare un piano tutto sommato asciutto e incentrato sui cardini di cui sopra. D’altronde, prima si predispone il tutto prima può partire il rilancio della municipalizzata dei trasporti più grand e disastrata d’Italia.

Se il piano risulterà convincente, incassando il benestare di tribunale e creditori, la municipalizza dei trasporti potrà iniziare a saldare l’immenso stock di debito (1,3 miliardi). Ma non al 100%.

D’altronde è giocoforza intuire come l’Atac del post-salvataggio non potrà mantenere l’andazzo che l’ha condotta a un passo dal crack. Dunque, stop ai tempi lumaca dei pagamenti, tanto per cominciare per portarsi su tempistiche accettabili, intorno ai 90-100 giorni al massimo, come nel caso di Ama (qui il focus di Radiocolonna.it sulle fatture Ama).

La situazione sul fronte dei pagamenti in Atac è infatti critica. Nel 2015 per pagare una fattura ci volevano in media 265 giorni, quasi nove mesi di tempo. Un’eternità che ha innescato nel tempo la fuga di molti fornitori e fatto fioccare ingiunzioni. Nel 2016 il periodo è sceso a 256 giorni, mantenendosi su livelli altissimi.

In questi giorni il management di  via Prenestina guidato dal presidente Paolo Simioni,  sta inoltre studiando un sensibile aumento della produttività. Obiettivo, portare da 37 a 39 le ore di lavoro settimanali di autisti e macchinisti.

 

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