Elezioni in Abruzzo: nessun effetto Sardegna per il centrosinistra, confermato Marsilio

Nessun effetto Sardegna per il centrosinistra alle elezioni regionali in Abruzzo. La coalizione che sosteneva Luciano D'Amico, il professore universitario alla guida di un campo larghissimo, si è fermata a una decina di punti distanza dal centrodestra del governatore uscente

foto dalla pagina Facebook

Marco Marsilio è di nuovo governatore. Nessun effetto Sardegna per il centrosinistra alle elezioni regionali in Abruzzo. Con 1.579 sezioni scrutinate su 1.634, secondo i dati del sito Eligendo, il candidato del centrodestra Marsilio è al 53,59%, mentre lo sfidante appoggiato dal centrosinistra Luciano D’Amico si è fermato al 46,41%.

“È il primo presidente nella storia dell’Abruzzo a essere riconfermato dagli elettori per un secondo mandato“, scrive su X la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.

“Il popolo abruzzese ha scelto di conferirmi l’onore di guidare la Regione per altri cinque anni. Mai nei 30 anni precedenti una amministrazione uscente era stata riconfermata per un secondo mandato. È stata scritta una pagina di storia e abbattuto un altro muro”, ha commentato Marsilio dopo essere stato confermato nella notte governatore dell’Abruzzo alle elezioni regionali, parlando al suo comitato.

Il campo largo non è il futuro dell’Abruzzo – ha aggiunto – perché era il suo triste passato, e non sarà il futuro dell’Italia. Il mio impegno sarà ancora più intenso. Possiamo annà a ballà”, ha scherzato quindi Marsilio, festeggiando con i suoi sostenitori, al comitato elettorale, la vittoria.

“Ha vinto la verità contro la menzogna e la calunnia, sparse a piene mani. Hanno vinto i fatti e il principio di realtà contro le narrazioni fumose e le chiacchiere vuote. Il popolo abruzzese vuole guardare al futuro e ha dimostrato di non avere nessuna nostalgia di un triste passato che si è gettato alle spalle già 5 anni fa”, ha detto ancora il governatore.

Nessun effetto Sardegna dunque per il centrosinistra in Abruzzo. La coalizione che sosteneva Luciano D’Amico, il professore universitario alla guida di un campo per l’occasione larghissimo, si è fermata a una decina di punti distanza dal centrodestra del governatore uscente. Il primo campanello di allarme per il campo largo, del resto, era suonato già nella serata di domenica, di fronte ai dati dell’affluenza: 52,19%, in lieve calo sul 2019. Alla fine il dato più basso di sempre. D’Amico, al contrario, aveva scommesso su un dato in crescendo, considerato indispensabile per colmare il gap della vigilia con Marsilio. “Avremmo tutti scommesso che si poteva superare la soglia delle scorse elezioni”, ha spiegato l’ex sindaco di Pescara Marco Alessandrini a spoglio in corso.

Ci aspettavamo sicuramente una affluenza più strutturata“, gli ha fatto eco il segretario dl Pd di Pescara Nicola Maiale. D’Amico, quindi, si è trovato a inseguire sin dal primo minuto dello spoglio. “Lo scontro tra destra e centrosinistra era difficilissimo. La destra ha messo in campo ministri, promesse incredibili”, ha ammesso l’ex senatrice e consigliera comunale a L’Aquila Stefania Pezzopane.

 

 

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