Le priorità di questo territorio sono sempre le stesse. È chiaro che, come Unindustria, ci aspettiamo un’accelerazione decisiva sulla bonifica della Valle del Sacco e sulla riperimetrazione del Sin. Ma anche risposte per cambiare il Piano di risanamento della qualità dell’aria che, così come concepito, è un problema enorme per chi vuole investire. Così Miriam Diurni, presidente di Unindustria Frosinone, in un’intervista su Ciociaria oggi.
“Il prossimo presidente della Regione Lazio dovrà aprire un nuovo corso in una prospettiva di dieci anni. Ci aspettiamo soluzioni, ma anche programmazione e vision. Per quanto riguarda il Sin, bisogna dire che qualche passo avanti c’è, non fosse altro perché si sta andando avanti lungo il percorso che consentirà di escludere alcuni terreni. Il problema è noto: molti esempi dimostrano che tracce di inquinamento, quando si sono trovate, erano oltre i 20 metri di profondità”, prosegue ancora Diurni.
“Ora, 20 metri sono una misura per le fondamenta di un grattacielo, non certo per un capannone industriale. Dunque, l’auspicio è che si vada fino in fondo per la ridefinizione di alcuni parametri. Il punto è rappresentato dalle regole, perché se si delinea un perimetro specifico, è più facile poi stabilire il tipo di investimento da effettuare. E la tempistica naturalmente. È una questione di certezze. Stesso discorso per quanto concerne il Piano di risanamento, che abbiamo impugnato. Così come è stato pensato, blocca ogni tipo di iniziativa che un’azienda intende intraprendere. Ho già avuto modo di dirlo e ribadisco il concetto: lì Piano penalizza fortemente le imprese perché concede enormi spazi di discrezionalità agli uffici regionali e non si capiscono né i motivi né i parametri. Inoltre, alcuni punti fanno riferimento ad opere compensative e a ulteriori misure non meglio specificate. Tutte le nostre proposte di emendamenti sono state ignorate. Si fatica a comprendere perché in Ciociaria molte aree siano rosse e altrove invece verdi”, spiega ancora.
“La domanda è: in un quadro del genere come fanno gli imprenditori ad investire in provincia di Frosinone? E poi tutti ripetono che bisogna evitare un altro caso Catalent? Abbiamo bisogno di regole e di risposte chiare. Non di continui percorsi ad ostacoli”, aggiunge Diurni. “I dati dicono che il Lazio è la seconda regione per prodotto interno lordo. Ma anche che sale in maniera più lenta rispetto alla Lombardia, al Veneto e all’Emilia Romagna. Bisogna altresì sottolineare che le province di Frosinone e Latina danno un contributo fondamentale alla crescita del Pil regionale”. A dicembre Miriam Diurni parlò esplicitamente di “clima ostile” nei confronti delle imprese, Dice: “È un concetto che ribadisco, nel senso che siamo costretti a districarci in un ginepraio di regole assurde. Lo dico forte e chiaro: occorre dimenticare un’ideologia antindustriale che ha prodotto soltanto danni. Chi investe sul territorio creando posti di lavoro non può diventare il capro espiatorio di qualunque vicenda. Così non si va da nessuna parte. Servirebbero fiducia, condivisione, semplicità e tempi rapidi”.
“La nostra è una provincia a vocazione manifatturiera. Teniamolo presente e cerchiamo di utilizzare la leva della semplificazione burocratica e amministrativa. Perché dobbiamo guardare in faccia la realtà: è l’inefficienza amministrativa che ha prodotto il caso Catalent. Direi perfino nonostante il Sin. Più in generale, non si può venire a dire sempre “noi sosteniamo le aziende” e poi però agire con logiche che non vanno in quella direzione. Aggiungo che non ci spaventa il compromesso, purché ci siano regole chiare, funzionali e operative. Perché è quando non c’è chiarezza sulle regole che risulta impossibile fare degli investimenti e programmare”. Relativamente l’Alta velocità: è tra i punti più importanti indicati da Unindustria ai candidati alla presidenza della Regione Lazio. Afferma Miriam Diurni: “Anche in questo caso è necessario ragionare in una prospettiva temporale di dieci anni. La Stazione Tav rappresenterebbe una svolta. Però è necessario effettuare uno scatto di coraggio. Mi spiego meglio: dobbiamo smetterla di pensare in difesa, il mondo è grande. Necessariamente bisogna guardare oltre i confini nazionali: l’Alta Velocità ci porta in Europa. Il punto è questo. Faccio un altro esempio: soltanto con la Tav l’eccellenza del chimico farmaceutico può arrivare in tempi più rapidi perfino fuori dai confini nazionali”.
“Proprio per questo la stazione Tav non può essere pensata solo a servizio della provincia di Prosinone o del Basso Lazio. Dobbiamo immaginarla in un contesto di bacino, anche per l’Abruzzo e il Molise. Per quello che ci riguarda, la direzione non può che essere uno studio di fattibilità che guardi in questa direzione. La mobilità del futuro passa dal treno e l’Alta Velocità ci conduce rapidamente in Europa. È una questione di visione – aggiunge Diurni – Allo stesso tempo va colto il grande segnale rappresentato dall’operazione imprenditoriale per la gestione di Acqua e Terme. Fiuggi è uno dei simboli del turismo italiano. Lavoriamo per valorizzare questa novità: pensiamo ai collegamenti (e torno alla Tav), pensiamo alle prospettive che potrebbero generarsi con Roma Expo 2030”. Conclude: “Infine, la formazione. Resta il problema della mancanza di personale qualificato perle aziende. Così come in Ciociaria c’è bisogno di ingegneri e di laureati per il settore del chimico-farmaceutico. Lavoriamo per colmare questo gap. Le competenze della Regione sono importanti. È su questi temi che si deve fare la differenza”.