ELEZIONI: Terzo Polo al Gianicolo. Renzi paragona Roma a Firenze: fischi ironici dalla folla – VIDEOGALLERY

Il leader di Italia viva: "Se prendiamo più del 10% riportiamo Draghi al governo"

Il comizio di chiusura della campagna elettorale nazionale del Terzo polo, composto da Azione di Carlo Calenda e Italia viva di Matteo Renzi, al Gianicolo, a Roma.

Sulle note dell’inno d’Italia, tra bandiere sventolate al cielo, è iniziato a piazzale Garibaldi, al Gianicolo, a Roma, il comizio di chiusura della campagna elettorale nazionale del Terzo polo, composto da Azione di Carlo Calenda e Italia viva di Matteo Renzi. Ad aprire gli interventi è il leader di Iv.

Il reddito di cittadinanza al Sud lo pagano gli infermieri e gli operai, “penso che quel meridione si ribellerà a Conte” e che, invece, “sia necessario il salario minimo”, ha sottolineato il leader di Azione.

 

Il centrodestra, che ieri a Roma ha chiuso la campagna elettorale a piazza del Popolo, con i tre leader di Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia, Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Silvio Berlusconi, “mi sembra la cosa più disunita dell’universo, Salvini è stato pure fischiato in piazza”, ha concluso Calenda.

Durante il suo intervento, Matteo Renzi, ha sottolineato che la la del Terzo polo è diversa dalle altre. “Noi siamo quelli che hanno fatto Industria 4.0 e non il reddito di cittadinanza, poi lo sappiamo che si devono aumentare gli stipendi. Noi siamo diversi – ha sdetto l’ex premier -. Salvini se lo scorda, ma ha votato per il reddito di cittadinanza. Di Maio nella prossima legislatura non lo chiameremo più bibitaro, lo ha chiesto a Calenda e abbiamo preso un impegno: nella prossima legislatura non lo chiameremo più bibitaro, ma neanche ministro della Repubblica. Tremonti dice che con la cultura non si mangia, noi non lo diremo. Il Partito democratico sta con Fratoianni che ha detto cento volte no alla fiducia”.

“Magari” se dopo il voto di domenica “dobbiamo fare i conti con Draghi: significherebbe che ci sono le condizioni per portarlo di nuovo a palazzo Chigi. Direi che se prendiamo più del 10 per cento, quella potrebbe essere la soluzione giusta”, ha continuato il leader di Italia viva.

Roma “questa città, che è quasi bella come Firenze, ti insegna che possono cambiare i dirigenti, e sono cambiati, ma non cambia la pulizia. Con Roberto Gualtieri la situazione è sempre la stessa, c’è il festival dei cinghiali, siamo fuori dalla grazia di Dio”, ha continuato Renzi, intervenendo dal palco al Gianicolo. Un richiamo di ironica protesta si è alzato dalla folla quando l’ex premier ha paragonato Roma a Firenze, e Renzi replicando ha scherzato: “Ecco, già vedo i titoli domani, sul ‘Fatto Quotidiano’, Renzi contestato”.

Mentre la ministra per il Sud e la Coesione territoriale e candidata del Terzo polo alla Camera, Mara Carfagna, ha attaccato Giorgia Meloni: “Leader della destra, è capo di un partito che in Europa ha votato contro la convenzione di Istanbul, vuole abolire le quote rosa perché dice che mortificano il talento femminile. Alle donne italiane dico non lasciatevi abbagliare da una visione antifemminista e retrograda. Anche questa è una ragione per cui sono qui, per una alleanza contro chi ci vuole riportare indietro e vuole inquinare la politica italiana”, ha concluso l’esponente dell’esecutivo.

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