Energia: nel Lazio 20,7 per cento prodotta da fonti rinnovabili

fotovoltaico più diffusa

Nel Lazio solo il 20,7 per cento di energia prodotta da fonti rinnovabili, il fotovoltaico la più diffusa. E’ quanto emerge dal rapporto di Legambiente, presentato al Terzo forum energia. Nel Lazio la produzione, è stata di 13.643 GWh (poco più del 5% della produzione nazionale): è ancora lontana la quota di energia richiesta dai consumi nella stessa regione che ammonta invece a 23.002 GWh, 3.735 kWh per abitante all’anno. Nel Lazio si produce quindi il 40,7 per cento dell’energia che si consuma. Rispetto al totale dell’energia prodotta solo il 20,7% proviene da fonti rinnovabili, pari a 2.974 GWh. Nel 2022 il fotovoltaico ha generato il 70 per cento dell’energia elettrica da fonti rinnovabili, con 2.082 GWh/anno, mentre l’idroelettrico si è fermato al 25 per cento con 753 GWh/anno e l’eolico a 139 GWh/anno, pari al 4,6 per cento del totale. La regione Lazio continua a dipendere dalle fonti fossili per gran parte della sua produzione, da combustibili fossili arrivano infatti 11.418 GWh, con un impatto totale di 7.85 milioni di tonnellate di CO2 equivalenti. Sul fronte dei consumi, il 44 per cento del totale, per quasi 9 mila GWh, avviene nel settore dei Servizi il 32.7 per cento nel Domestico, il 21.6 per cento nell’Industria e il restante 1.6 per cento nel settore Agricolo.

“Il Lazio è nettamente in ritardo sulla Transizione Energetica e la produzione da Fonti Rinnovabili risulta ancora di bassa quantità, rispetto a quella del fossile in un territorio dove si genera peraltro molta meno energia di quanta se ne utilizza – dichiara Roberto Scacchi presidente di Legambiente Lazio -. Invece di moratorie contro le rinnovabili o contrasti alla loro diffusione che troppo spesso arrivano dalle amministrazioni e dai territori, si deve spingere sull’acceleratore, rilasciando autorizzazioni e consentendo la produzione di energia pulita, altrimenti rimarranno una chimera gli obiettivi di decarbonizzazione e azzeramento delle emissioni. Non possiamo quindi che sostenere i progetti presentati e esprimere soddisfazione ogni volta che uno di loro fa un passo in avanti verso la costruzione, come avvenuto nelle scorse ore per il progetto di eolico a largo di Civitavecchia, e continuiamo a premiare quei luoghi che mostrano cosa va fatto, con pannelli di silicio, torri eoliche, agrivoltaico, comunità energetiche e tutto il mix di produzione diffusa”.

Tra i Comuni è Viterbo il primo del Lazio (terzo in Italia) per nuove fonti energetiche rinnovabili installate nell’ultimo anno, con 78.409,38 kW. Per il solo Fotovoltaico, nello stesso periodo, in testa c’è ancora Viterbo, seguita da Montalto di Castro (VT) e Roma, tutti e 3 risultano anche tra i primi 10 comuni nazionali (per fotovoltaico installato in un anno). Per potenza fotovoltaica complessivamente installata, sul podio regionale c’è in testa Roma, seguita da Montalto di Castro (VT) e Latina. I Comuni dell’eolico nel Lazio sono 33, per una potenza installata complessiva di 75.1 MW. Piansano (Viterbo) presenta la maggior potenza installa con 42 MW di eolico, seguito da Arlena di Castro (Viterbo) e Tessenno (Frosinone) rispettivamente con 11,3 e 9 MW. I comuni nel Lazio dove invece è installata la maggior potenza nominale di energia idroelettrica sono Cittaducale (Rieti) con 54.500 kW, Salisano (Rieti) con 24.570 kW e Gallese (Viterbo) con 21.377 kW.

“Anche il Lazio deve fare la sua parte nella trasformazione della produzione energetica, per abbattere le emissioni climalteranti e permetterci di dire la parola fine all’era del fossile in Italia – commenta Stefano Ciafani presidente nazionale di Legambiente -. Senza alcun dubbio, dall’agrivoltaico alle pale eoliche, dai pannelli solari alla geotermia e l’idroelettrico, su tutti i territori ci sono possibilità di generazione energetica pulita che vanno concretizzati, molto di più di fatto fino ad ora. Oggi più che mai c’è bisogno di scatenare le rinnovabili, perchè siano volano concreto di sviluppo sostenibile e ricchezza per le comunità, fermando impedimenti a partire dalle terribili lungaggini autorizzate e cambiando in meglio il paesaggio, prima che venga stravolto dall’impatto dei mutamenti climatici”.

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