Non sarà come per le Olimpiadi del 2024, quando l’allora giunta Raggi negò, clamorosamente, a Roma la gioia delle Olimpiadi. Stavolta la Città Eterna c’è e correrà sul serio per un grande evento, l’Expo 2030. L’annuncio ufficiale, dopo le anticipazioni di ieri a mezzo video, è arrivato dal sindaco Roberto Gualtieri, in trasferta all’Expo 2020 in programma a Dubai, due anni dopo la data originaria, fatta slittare causa pandemia.
Proprio ieri Gualtieri aveva espresso tutto il suo entusiasmo per “poter presentare la candidatura di Roma, per un evento così stimolante come l’Esposizione universale. La trasformazione urbana è vista sempre di più come un punto di svolta, e Roma è pronta a fare la sua parte. Il nostro progetto per Roma Expo 2030 indicherà un modo nuovo di promuovere la convivenza urbana. Roma è il posto giusto per discutere di questi temi, perché cultura, natura e innovazione, sono parte della nostra identità”.
E in effetti proprio di trasformazione si tratterà. Non è un caso che per preparare Roma a un evento di simile portata, il Campidoglio si sia rivolto a Carlo Ratti, architetto e ingegnere di fame mondiale e docente presso il Massachusetts Institute of Technology di Boston – a capo del progetto tecnico per la candidatura di Roma in vista dell’Expo 2030. L’incarico gli è stato conferito proprio da Dubai. Esperto di innovazione urbana basata sulla sostenibilità, è il primo professionista di grande caratura che il Campidoglio mette in campo nella contesa a cinque per ottenere l’esposizione universale.
Ovviamente un ruolo strategico e di primo piano lo giocheranno le imprese romane, desiderose di cavalcare la possibile, grande, occasione. Anche per questo lo stesso Gualtieri ha incontrato nei giorni scorsi, insieme all’assessora allo Sviluppo economico Monica Lucarelli una trentina di aziende leader italiane per fare un punto in vista della presentazione del progetto con cui Roma si candida a ospitare Expo 2030.