Il “ruolo conducenti”, il pomo della discordia tra mondo taxi ed NCC

Viaggio alla scoperta di uno dei requisiti per essere un professionista del trasporto pubblico non di linea

C’è grande attesa a Roma per i bandi (attesissimi) per le nuove licenze taxi e i nuovi titoli autorizzativi NCC. Se gli aspiranti tassisti sono in attesa di fare una prova, i futuri noleggiatori attendono con ansia – e con un po’ di apprensione, come raccontato da Radiocolonna la scorsa settimana – l’uscita del bando per il noleggio con conducente nella Capitale.

Ma quali sono i motivi del contendere ora che l’iniziativa più controversa (il bando taxi) è stato pubblicato con una complessa mediazione (non sempre riuscita) tra le sigle che rappresentano le auto bianche e la politica? Chi pensa che le asce di guerra siano state sotterrate, infatti, si sbaglia di grosso perché c’è un argomento che fa ancora litigare noleggiatori, tassisti, sindacati e mondo politico: l’iscrizione al “ruolo conducenti”.

Ma andiamo per gradi. Per lavorare in un taxi o come NCC, servono principalmente tre titoli: almeno la patente B, il certificato di abilitazione professionale (il CAP) che viene rilasciato dalle motorizzazioni e l’iscrizione al “ruolo conducenti”, prevista dalla legge 21 del 15 gennaio del 1992.

Fino a una ventina di anni fa, ovvero prima che si acutizzasse lo scontro tra tassisti e noleggiatori, l’iscrizione al ruolo non aveva una connotazione provinciale. Secondo alcuni NCC, tra cui il dirigente Anitrav Giulio Aloisi, i problemi sono sorti per il fatto che i noleggiatori, a differenza dei tassisti, potevano avere più di un’autorizzazione e il mondo taxi romano (all’epoca di Storace alla guida della Regione Lazio) avrebbero spinto affinché il ruolo conducente, nel Lazio, diventasse provinciale. Questo approccio sarebbe stato recepito anche dal Regolamento in materia del Comune di Roma, il quale ha stabilito che per il rilascio delle nuove licenze taxi e titoli autorizzativi NCC per lavorare Roma serva l’iscrizione a ruolo conducenti ‘romana’. È quello che è successo nel caso del bando taxi ed è quello che gli NCC vogliono evitare che accada in occasione della pubblicazione del bando per i noleggiatori. Il paradosso, secondo il punto di vista degli NCC, è che possono partecipare ai bandi romani citati in precedenza cittadini europei in possesso di “titoli equivalenti” ma non un abitante di Pavia o di Viterbo che abbiano un’iscrizione a ruolo conducente. Il prossimo importante banco di prova per vedere se l’orientamento sarà confermato o rivoluzionato è l’imminente bando NCC della Capitale. Ed è lì che si vedrà se l’iscrizione al ruolo conducente avrà una connotazione provinciale o nazionale.

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