Nel periodo 2019-2024, sono state 578.450 le imprese extra-agricole italiane che hanno effettuato eco investimenti pari al 38,7% del totale ovvero più di 1 impresa su 3. È uno dei dati contenuti nel Rapporto GreenItaly, arrivato alla sedicesima edizione, realizzato dalla Fondazione Symbola, da Unioncamere e dal Centro Studi Tagliacarne con il patrocinio del ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica. Nel 2024 i green jobs sono 3.298.000 unità, in crescita del 4,3% (+135mila unità) rispetto al 2023, con una quota sul totale degli occupati pari al 13,8%. Il risultato complessivo nell’ultimo biennio vede un consolidamento del dato sia assoluto sia relativo registrato nel 2022, con l’auspicio che quest’ultima rilevazione possa rappresentare una solida base da cui far partire nell’immediato futuro un virtuoso processo di crescita.
Con riferimento alla distribuzione regionale dei green jobs, lo scenario resta pressoché immutato anche nel 2024, con l’affermazione del Nord-Ovest con il 32,8% del totale nazionale, seguito dal Nord-Est (23,6%), dal Mezzogiorno (23,1%) ed infine dal Centro (20,5%); unica area, quest’ultima, a segnare una flessione, seppur lieve, di lavoratori verdi rispetto all’anno precedente (-0,5%; +6,2% per il Nord-Ovest ed il Nord-Est; +4,0% per il Sud e Isole). Nel recupero di materia, l’Italia dà il meglio di sé. Secondo Eurostat, la nostra capacità nell’avvio a riciclo dei rifiuti totali (urbani e speciali) ha raggiunto il 92,6% (2023), un tasso di gran lunga superiore a quello delle altre grandi economie europee, Francia (81,5%), Germania e Spagna (75,5%), e alla media Ue-27 (60%).
Invece la distribuzione per macro-aree geografiche delle imprese eco-investitrici dei settori dell’industria e dei servizi nel periodo 2019-2024 evidenzia una differenziazione geografica lievemente maggiore, sia rispetto alla precedente rilevazione (2019-2023) sia all’intervallo temporale immediatamente precedente (2014-2018). La differenza tra l’incidenza delle imprese che hanno effettuato eco-investimenti sul totale delle imprese extra-agricole nelle macro-aree nel 2019-2024 è contenuta in più o meno 2,7 punti percentuali rispetto alla media (38,7%), con un valore massimo nel Nord-Est (41,4%) e un minimo nel Centro (36,6%).
Nella graduatoria provinciale anche nel periodo 2019-2024, continua il testa a testa tra le città metropolitane di Roma e Milano, rappresentative rispettivamente del mondo dei servizi e dell’industria. In quest’ultima rilevazione, la città metropolitana di Roma si riprende il primato con 39.020 imprese eco- investitrici extra-agricole, in crescita rispetto alle 36.290 unità della scorsa rilevazione (2019-2023); segue la città metropolitana di Milano, con 37.680 imprese green. Si confermano nelle prime cinque posizioni della graduatoria provinciale Napoli (25.930 imprese green), Torino (21.380 unità) e Bari (15.030 unità). Analizzando, invece, la sola incidenza di imprese eco-investitrici sul totale delle imprese provinciali, le migliori performance sono registrate a Bolzano (50,1%), Bologna (47,6%) e Siracusa (46,2%).