Qualcosa non sembra funzionare tra i cieli di Ita, la compagnia sorta sulle ceneri della vecchia Alitalia. Il signor S. deve andare a Linate, per un viaggio di lavoro. Compra i biglietti con la sua carta di credito sul sito di Ita e attende che arrivino per mail i titoli di viaggio. Ma dei biglietti, non c’è traccia. Il signor S. si rivolge al customare service sul sito della compagnia, ottenendo la risposta automatica della presa a carico della segnalazione. Da quel momento, silenzio radio. Una, due, tre, quattro, cinque mail in una manciata di giorni all’indirizzo dell’assistenza web (assistenzaWEB@itaspa.com) ma nulla, i biglietti rimangono in qualche buco nero. E il viaggio si avvicina.
Il servizio clienti? Ufficialmente c’è, ma è peggio che andar di notte. E comunque, se alle mail del signor S., che nel frattempo ha perso le speranze, non risponde nessuno, perché dovrebbe farlo una voce amica? Contattare Ita in questi giorni è un’esperienza ai limiti del fantascientifico. Una vera mission impossible che sta mettendo duramente alla prova i malcapitati viaggiatori alle prese con una transizione che sembra non definirsi (e concludersi) mai. Provare ad avere risposta dal Customer Center di Ita, infatti, è un’impresa titanica. Non è certo un caso se il sito del servizio clienti Ita è bloccato. E il signor S. e come lui tanti sventurati, aspetta… Andava piedi, a Linate, forse faceva prima.