C’è un capitolo della mobilità capitolina che spesso – colpevolmente – passa in secondo piano quando si parla di Giubileo 2025 e dei timori annessi al tema del trasporto pubblico. Sarà perché non arriva a San Pietro o (ancora) a Colosseo, ma la Linea C rappresenta un rebus in vista dell’Anno Santo. A lanciare l’allarme è il comitato Salviamo la Metro C, il collettivo di blogger che monitora lo status della mobilità su ferro della Capitale con un focus, in particolare, sulla terza linea di Roma. E lo fa partendo da numeri e dati relativi ai problemi che, da novembre ad oggi, non lasciano spazio ad equivoci. Dal 6 al 13 novembre la stazione Teano è stata chiusa per un incendio delle batterie nel locale tecnico, poi è stata la volta del calvario del 7 novembre, quando il servizio mattutino tra Parco di Centocelle e San Giovanni è stato interrotto per verifiche tecniche sui sistemi di sicurezza e sulle porte di banchina. A fine novembre, il 25, i disagi sono stati democratici e hanno toccato indistintamente tutta la linea, interrotta in un’ora di punta, mentre qualche giorno fa – dulcis in fundo – sempre nell’ora di punta mattutina la Metro C si è fermata tra Torre Gaia e Torre Spaccata per un guasto elettrico sulla linea.
“Immaginatevi una sequenza di disservizi del genere in qualsiasi altra città europea, o a Milano dove due linee sono di fatto piccole gemelle della Linea C. A Roma sembra la normalità e sembra non turbare i Presidenti dei municipi attraversati oggi dalla Linea, Nicola Franco e Mauro Caliste, che dovrebbero per primi far sentire la loro voce al Comune; tantomeno la Commissione Mobilità e l’Assessorato in una città che conta due linee metro e mezzo. Insostituibili – spiega Salviamo la Metro C – Già un anno e mezzo fa avevamo proposto un resoconto di tutto quello che non andava e su cui si poteva incidere nel medio e breve termine. Un anno e mezzo dopo, tre anni di Giunta Gualtieri, e a pochi giorni dal Giubileo, la situazione non è cambiata. Il miglioramento del servizio passa certamente dall’arrivo dei nuovi treni e dal completamento del nodo San Giovanni (sui quali però oggi non ci sono ancora date certe) e anche dall’ordinario sul quale ci saremmo aspettati ad oggi un cambiamento che non c’è stato”.
Il tema dei nuovi treni è cruciale, come specifica correttamente il comitato. Per la linea sono previsti 17 nuovi treni che verranno forniti da Hitachi nell’ottica della realizzazione del prolungamento Venezia-Farnesina, con il primo che dovrebbe arrivare (ma il condizionale è d’obbligo) nei primi mesi del 2026.