Lazio: la giunta Rocca vuole rendere abitabili cantine e garage, ma i tecnici regionali bocciano la legge

La proposta di legge è tutta da riscrivere: per gli esperti della Regione, "nel testo profili di incostituzionalità". Intanto la maggioranza riprende in mano la norma sugli illeciti edilizi e vuole cancellare la parte in cui si vieta la sanatoria se dopo l'edificazione è stato imposto un vincolo paesaggistico

Il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca

È tutta da riscrivere la proposta di legge presentata dalla giunta Rocca che permetterebbe di trasformare cantine e garage e in abitazioni e negozi. A smontarla pezzo per pezzo – scrive oggi il dorso romano de La Repubblica – sono i tecnici degli uffici della Regione Lazio che hanno riscontrato nel testo profili di incostituzionalità.

Per gli esperti tutte le indicazioni contenute nel testo – dalle altezze minime degli immobili alle misure delle finestre, passando per i termini con cui si identificano gli stabili –  non sono a norma di legge. Non solo, se la legge venisse approvata con questa formula si aumenterebbe il rischio di dissesto idrogeologico.

Tra gli articoli sotto esame figura il numero 3, che permetterebbe il cambio di destinazione d’uso di un garage o di una cantina anche se non sono stati ancora condonati. In pratica, si parla di immobili allo stato di fatto abusivi.

I conti sulle pratiche aperte con le richieste di condoni edilizi li fa oggi il dorso romano del Messaggero: a Roma sono oltre 170mila le pratiche ancora da evadere (poco meno del 40%, ossia 63.693 domande, sono state presentate grazie alla ‘finestra’ aperta nel 200).

Da parte sua il Comune, tramite Risorse per Roma, spinge per esternalizzare una parte del processo di lavorazione dei condoni, mentre la giunta Rocca due giorni fa ha presentata una proposta di legge che, se approvata in Consiglio regionale, potrebbe sbloccare una parte delle decine di migliaia di pratiche risalenti a 21 anni fa (non solo su Roma ma su tutto il territorio regionale).

Laura Corrotti (FdI), presidente della commissione regionale Urbanistica, ha ripreso in mano la legge regionale 12 del 2004 sugli illeciti edilizi, approvata durante l’amministrazione di Francesco Storace. La proposta di Corrotti è quella di cancellare la parte in cui si vieta la sanatoria delle opere abusive se dopo la loro edificazione è stato imposto nell’area un vincolo ambientale o paesaggistico. “A parità di domanda di sanatoria – spiega Corrotti al Messaggero – a causa delle difficoltà di alcuni enti locali a dare risposte tempestive, decine di migliaia di cittadini laziali si sono ritrovati a non poter usufruire dello stesso trattamento che sarebbe spettato loro di diritto”. C’è poi il tema del versamento dell’acconto per il condono. “Si può stimare che i mancati introiti per le casse pubbliche derivanti dalle domande di condono edilizio nella Regione Lazio siano pari a circa 2,9 miliardi”, afferma Sandro Simoncini, direttore scientifico del Centro studi Sogeea.

 

 

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