Crisi casa a Roma: 4.500 persone in grave emergenza, occhi puntati sulla riforma Ater

Il Pd chiede a Rocca di valutare l'assegnazione al Campidoglio di tutto il patrimonio di edilizia residenziale pubblica di Roma. Intanto la Regione spinge sulla proposta di legge che permette di rendere abitabili anche cantine e garage

Occhi puntati sulla riforma regionale dell’Ater. Si attende di conoscere quale sarà il nuovo regolamento della giunta Rocca che modificherà i criteri di assegnazione degli alloggi popolari, visto che a Roma emergenza abitativa aumenta di anno in anno. L’ultimo aggiornamento delle graduatorie comunali ha registrato un’impennata del numero di persone che si trovano in situazione di grave emergenza, passate nel giro di un anno da 4.500 a tremila. Una lista d’attesa infinita che certifica come a Roma il numero della case popolari non sia neanche lontanamente sufficiente a rispondere alle necessità dei 16mila 529 nuclei familiari in attesa nelle graduatorie comunali.

Nella riforma regionale degli alloggi popolari, la giunta Rocca sembra propensa a modificare anche i canoni di locazione, a mettere nuovi limiti reddituali di accesso e permanenza, il cui aggiornamento diventerebbe biennale. Non solo, si pensa anche a un nuovo regolamento per stabilire i criteri di decadenza dall’assegnazione in caso di superamento dei limiti reddituali, oppure alla possibilità di permanere pagando un canone più alto.

Da parte sua il Pd chiede a Rocca di valutare l’assegnazione al Campidoglio di tutto il patrimonio di edilizia residenziale pubblica di Roma “Pensare di creare due graduatorie, una relativa agli immobili Ater gestita dalla Regione e un’altra per gli appartamenti Erp comunali gestita dal Campidoglio, appare una soluzione priva di vantaggi, che rischia di provocare confusione e disservizi”, sottolinea Massimiliano Valeriani, consigliere regionale del Pd e componente della commissione Urbanistica e politiche abitative. Trasferire l’Ater Roma al Comune capitolino – spiega il consigliere Pd – “porterebbe a una gestione unica dell’intero patrimonio di edilizia pubblica: oltre 70mila appartamenti, che ospitano una popolazione di circa 300mila persone, dovrebbero avere unico ente di riferimento. La Regione – sottolinea infine Valeriani – poi non dispone di una polizia giudiziaria per il recupero degli alloggi e le strutture regionali sarebbero chiamate ad assolvere un compito di gestione molto complesso e gravoso. Sarebbe un groviglio burocratico le cui uniche vittime saranno i cittadini”.

Intanto la giunta Rocca spinge sulla proposta di legge, depositata dalla consigliera di Fratelli d’Italia Micol Grasselli, che permetterà di trasformare i seminterrati in abitazioni. La proposta, alla quale si oppongono Pd e M5s, ma anche gli ambientalisti, ha passato il vaglio della commissione Urbanistica e dovrà essere ora discussa in Consiglio regionale. Se dovesse essere approvata, garage, cantine e magazzini – definiti “strutture edilizie sottoutilizzate” – potranno diventare abitazioni, con l’obiettivo dichiarato di contenere il consumo energetico e quello di suolo.

 

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