L’industria italiana tiene il passo

Secondo Intesa SanPaolo, pandemia e inflazione non hanno fiaccato i distretti italiani del made in Italy. Anzi

Per incassare, incassa bene. E sa reagire quando serve davvero. L’industria italiana è sempre stata resiliente e resistente. La pandemia, certo, per poco non ha mandato knock out la seconda manifattura europea. La quale però adesso, è tornata a macinare fatturato. Di nuovi rischi ce ne sono, dal Medio Oriente al Mar Rosso, passando per l’Ucraina. Eppure, secondo gli economisti di Intesa San Paolo, la crescita delle imprese italiane, soprattutto quelle facenti parte di un distretto, non si fermerà. In altre parole, il made in Italy è la vera polizza vita per l’economia italiana. Premessa. “il quadro geopolitico si è ulteriormente deteriorato sul finire del 2023, quando, sempre alle porte dell’Europa, è iniziata una nuova guerra tra Israele e Hamas che, al pari di quella in Ucraina, è tuttora in corso. Tra gli elementi di incertezza che caratterizzano l’attuale scenario vi sono anche le prossime elezioni in Europa e negli Stati Uniti.

Ciononostante, il tessuto produttivo italiano ha le risorse per affrontare questa fase complessa, grazie soprattutto a un poderoso processo di riposizionamento strategico che ha visto crescere gli investimenti italiani in macchinari, mezzi di trasporto e Ict del 29,3% tra il 2016 e il 2023”. “Ciò ci consente di guardare con ottimismo alla ripresa che ci attendiamo partire nella seconda parte del 2024 e intensificarsi nel corso del 2025 quando si saranno dispiegati gli effetti del rientro dell’inflazione, del taglio dei tassi di interesse e della spinta dei fondi del Pnrr”. E dunque, “il fatturato, dopo il balzo registrato nel biennio 2021-22, è stimato aver mostrato un lieve incremento nel 2023 (+0,8% a prezzi correnti), collocandosi abbondantemente sopra i livelli del 2019 (+20% circa a prezzi correnti). Si tratta di una performance decisamente positiva e superiore a quella delle imprese non distrettuali.

Tutti i settori mostrano valori del fatturato maggiori rispetto a quelli del 2019”. E nemmeno la Germania, primo mercato di sbocco continentale per l’Italia e in piena recessione ha guastato la festa. “I distretti hanno saputo superare la debolezza del mercato tedesco cogliendo le opportunità di crescita presenti in altri mercati, come ad esempio, la Turchia, gli Emirati Arabi Uniti, il Messico, l’Arabia Saudita, la Cina. Si tratta di un’ulteriore conferma della straordinaria capacità e velocità di adattamento delle imprese distrettuali che spiccano nel panorama italiano per propensione all’export e capacità di creare valore nel territorio. E il futuro? L’accelerazione ci sarà ed è un’altra buona notizia. “Le attese per il biennio in corso”, hanno spiegato da Ca’ de Sass, “sono positive: è previsto un aumento del fatturato a prezzi correnti delle imprese distrettuali pari all’1,1% nel 2024 e del +2% nel 2025”.

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