Piano casa Roma: i movimenti in pressing su Gualtieri

“Un piano subito”. Sono circa duemila gli appartamenti occupati illegalmente

Associazioni, sindacati e movimento per il diritto all’abitare sono sul piede di guerra e chiedono a più voci che le politiche contenute nel Piano Casa vengano messe a terra dal Campidoglio e diventino realtà. Tra le soluzioni, scrive La repubblica,  il Comune pensa alla creazione di una cabina di regia che metta a lavoro diversi assessorati proprio per realizzare il Piano.

Le realtà che da anni si occupano del problema abitativo a Roma vogliono prima di tutto l’aumento delle case popolari, considerato che ci sono 16mila persone in attesa in graduatoria. Poi l’attuazione di progetti di recupero e autorecupero dei tanti immobili abbandonati del Comune e l’aumento dell’offerta degli alloggi per gli studenti in modo che scendano i costi degli affitti. A guardare i numeri ben duemila case popolari di proprietà del Comune, scrive Il Messaggero, sono occupate abusivamente da chi non ne ha titolo e che, così, sottrae alloggi a chi, in graduatoria magari da anni, ne avrebbe diritto. Manutenzioni assenti: ascensori fermi per settimane, parti comuni, come androni e scale, nel degrado. Questi le due criticità più rilevanti che da decenni caratterizzano le case popolari del Comune. Beni che, Giunta dopo Giunta, vengono esaminati, contati, classificati: ogni Amministrazione che si è insediata nell’ultimo ventennio ha avviato un censimento dei beni immobili, nel tentativo di scovare i furbetti. Che non pagano neanche i canoni, spesso irrisori, che si devono per le case comunali.

Nel frattempo il Campidoglio punta a trovare altre abitazioni tramite il bando per l’acquisizione di case da enti (come l’Inail) o privati. Il 18 febbraio si vedrà in quanti hanno partecipato e se il metodo funziona. Una partita questa del bando, scrive Il Tempo, che è più delicata, visto che di mezzo c’è anche la riforma delle Ater su cui lavora la Regione Lazio e i cui indirizzi, emersi alcune settimane fa, evidenziano la volontà della giunta di centrodestra di riprendersi la «palla» delle assegnazioni (comprese quelle extra-graduatoria) strappandola al Comune. Un «affaire» da 48mila alloggi, quelli di Ater, su cui il Campidoglio non potrebbe più metter bocca.

 

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