Primi segnali di ripresa per Roma, +140% investimenti pubblici

Lo ha certificato la Banca d'Italia che a settembre scorso aveva rilevato un andamento dell'economia locale per lo più negativo nel periodo 2001-2021, ventennio che ha fatto i conti con due macro-crisi: quella dei mercati finanziari del 2008-2010 e la pandemia del 2020.

L’economia di Roma registra i primi, seppur piccoli, segnali di ripresa. Arrivano grazie ai 13 miliardi di fondi in circolo, tra Pnrr, Giubileo e altre risorse ministeriali ed europee, e che hanno fatto crescere di un +140 per cento la spesa degli investimenti pubblici in un anno, dal 2022 al 2023, a fronte di una media nazionale del 38 per cento. Lo ha certificato la Banca d’Italia che a settembre scorso aveva rilevato un andamento dell’economia locale per lo più negativo nel periodo 2001-2021, ventennio che ha fatto i conti con due macro-crisi: quella dei mercati finanziari del 2008-2010 e la pandemia del 2020. Ma non è tutto oro quel che luccica: la spesa media per abitante, sempre restando agli investimenti pubblici, è di 190 euro pro-capite nella Capitale a fronte di una media nazionale di 281 euro. E non va meglio sul fronte del lavoro. Secondo la Cgil di Roma e Lazio il 48 per cento dei contratti attivati nel 2023 è durato un solo giorno, a fronte di una media nazionale del 12,6 per cento, mentre il 58 per cento delle giovani donne inattive è fuori dal mercato del lavoro perché mancano sufficienti servizi pubblici per la prima infanzia e per gli anziani non autosufficienti.

Nonostante questo la creatività imprenditoriale dei romani, come rilevato dalla Camera di commercio, ha tenuto testa: tanto che il Lazio a oggi produce il 9 per cento del valore aggiunto nazionale, grazie a 380 mila imprese con 1,3 milioni di addetti, e ha mantenuto un saldo positivo tra nuove società e cessazioni di attività anche nel 2023: +8.629. Non stanno reggendo però i piccoli e medi esercizi pubblici: secondo la Confcommercio ce ne sono 2.240 in meno soltanto nell’ultimo anno. Una regressione alla quale, la città sta rispondendo con una proliferazione degli abusivi: la Confesercenti ha stimato che a oggi nella Capitale ci sono 20 mila venditori abusivi, di cui circa 8 mila ambulanti, che sottraggono al mercato e al lavoro regolare 2 miliardi e 350 milioni di euro l’anno. Lo scenario, secondo Unindustria, quindi pur mantenendo diversi elementi positivi non è del tutto confortante, soprattutto se si considera che Roma vale l’80 per cento del Pil del Lazio e: “Le grandi imprese sono sempre le stesse, non riusciamo ad averne altre. Le piccole imprese tengono ma non riescono a cogliere i processi di innovazione. Si continuano a creare posti di lavoro ma con salari troppo bassi e di scarsa qualità”.

Oggi in occasione di una seduta straordinaria dell’Assemblea capitolina sull’andamento dell’economia locale, quindi, il sindaco Roberto Gualtieri, è intervenuto a raccogliere le istanze delle associazioni datoriali (Camera di Commercio, Confcommercio, Confartigianato, Confesercenti, Cna, Unindustria) e dei sindacati (Cgil, Cisl e Uil) a partire dai segnali di ripresa rilevati dalla Banca d’Italia, al cui studio era dedicata l’assise di oggi svolta su richiesta del consigliere di Azione, Francesco Carpano. “Roma esce da una lunga stagnazione economica durata circa un ventennio, oggi si registrano i segni di un rilancio che deve essere consolidato che riguarda lo sviluppo economico e sociale di Roma e non soltanto della qualità dei servizi”, ha detto Gualtieri.

La prima valutazione della Banca d’Italia sul 2023, oltre alla crescita degli investimenti pubblici, ha rilevato anche un aumento del +46 per cento dei flussi turistici, che hanno superato del +2,6 per cento quelli del periodo pre-pandemia, e una crescita degli indicatori sulla qualità della vita. “La prima proiezione è incoraggiante anche se non trionfalistica – ha sottolineato Gualtieri -, ci indica che c’è ancora una lunga strada da fare se vogliamo recuperare, a Roma, la lunga stagione di stagnazione. Stiamo lavorando a una prospettiva per i prossimi 15-20 anni per rilanciare l’economia di Roma, dobbiamo introdurre elementi di visione con orizzonti al 2030 e al 2025. Ben vengano tutte le proposte che aiutano a rafforzare il lavoro in questa direzione. Tutto questo va ancorato però a leggi speciali per Roma. Si tratta di un intervento a beneficio di tutti, perché non sappiamo chi di noi governerà nei prossimi anni. Facciamo questo lavoro insieme – ha concluso Gualtieri – per mettere in campo strumenti pluriennali, in modo che questo momento di rilancio, un domani, non sia il ricordo di un momento felice della città ma segni un punto di partenza per la crescita della nostra città. Spero che su questa comune responsabilità si possa registrare una convergenza più larga possibile”.

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