Una fermata della metro in grado di intercettare l’anello ferroviario della Capitale diventando un importante nodo di scambio di Roma nord. Il secondo interscambio in assoluto tra Metro C e anello ferroviario di Roma oltre il Pigneto. È questa la proposta – di grande interesse e suggestione – avanzata da Odissea Quotidiana, collettivo di blogger che si occupano della mobilità capitolina.
“Se da una parte sono finalmente partiti i lavori della fermata Pigneto, che consentirà di realizzare l’atteso interscambio tra la linea C e l’anello ferroviario di Roma, dall’altra parte a nord la terza metropolitana si prepara al difficile percorso di penetrazione nel Centro Storico – spiega OQ –
Il Governo ha concesso con il decreto infrastrutture del 2021 e la finanziaria 2022 ben 4 miliardi di euro per il completamento della linea C fino a Farnesina (tratte T1 e T2). I lavori cominceranno nel corso del 2025, con l’allestimento del campo base alla Farnesina: da lì saranno calate le due nuove talpe meccaniche che si ricongiungeranno a piazza Venezia, nel Centro Storico di Roma. L’attivazione della tratta è prevista per il 2035. Guardando più in avanti, non abbiamo notizie concrete riguardanti la tratta C2 per Grottarossa lungo la via Cassia, che conterebbe 5,9 km di tracciato e 6 nuove stazioni: Giuochi Istmici, Giuochi Delfici, Parco di Veio, Villa San Pietro, Tomba di Nerone, Grottarossa”.
La suggestione di collegare a nord di Roma la Metro C con l’anello ferroviario – tuttavia – al momento lascia spazio ad un realismo più amaro e consapevole delle difficoltà.
“Purtroppo, attualmente, né il PUMS di Roma Capitale, né il PUMS di Città Metropolitana, né il Piano Regionale Mobilità Trasporti e Logistica (PRMTL) della Regione Lazio prevedono la realizzazione dell’interscambio tra la metro C e l’Anello Ferroviario presso Giuochi Istmici. Una fermata fondamentale per creare un punto di interscambio a nord di Roma, reso necessario dalla cessazione della tratta T1A per Tor di Quinto – conclude – tuttavia, considerando che la metro C sulla Cassia vedrà la luce realisticamente non prima del 2040, i piani dell’oggi potrebbero essere cambiati, in meglio, un domani”.