Rifiuti Roma: a luglio parte la bonifica della discarica di Malagrotta – VIDEO

2 cantieri e 36 mesi per isolare 50 milioni di tonnellate di rifiuti

Un momento della conferenza stampa, promossa dalla struttura del commissario unico di governo per le bonifiche delle discariche, sullo stato di aggiornamento per la messa in sicurezza del sito, a Roma.

Un lavoro enorme e poco tempo per farlo, ma la messa in sicurezza della discarica di Malagrotta, non soltanto deve essere svolta nei tempi previsti “ma deve essere fatta anche bene”. Il generale dei carabinieri, Giuseppe Vadalà, commissario unico di governo per le bonifiche ha indicato oggi la strada intrapresa per sanare quella che è una profonda ferita per un vasto territorio che da Malagrotta si estende alla Valle Galeria a Roma. La discarica nata negli anni settanta da una cava di calcestruzzo dismessa, si è ampliata dal 1985 al 2013 di 10 lotti, fino a ricoprire con i suoi 50 milioni di tonnellate di rifiuti, 240 ettari con colline alte anche 80 metri. Sono questi i numeri della discarica più grande d’Europa. Proprietaria è la società Giovi in amministrazione giudiziaria, e sull’area sono in corso due indagini della procura di Roma. La messa in sicurezza di Malagrotta passa per le due gare vinte da altrettante reti temporanee di impresa,con le mandatarie Nico Srl e Trevi Spa, e che cominceranno a operare entro luglio.

Il commissario di governo Vadalà stamattina ha fatto un punto sul cronoprogramma, insieme al presidente della Regione Lazio Francesco Rocca, al sindaco di Roma Roberto Gualtieri, al viceministro all’Ambiente Vannia Gava, e all’amministratore giudiziario della Giovi, Luigi Palumbo. Le gare non sono state assegnate secondo il criterio del massimo ribasso ma è stato registrato comunque un risparmio di 21-22 milioni di euro. “Da gennaio del 2022 abbiamo lavorato in maniera continua, anche veloce ma comunque facendo bene, per cercare di arrivare a questo giorno. Sono state concluse le gare. Sono stati individuati due contraenti e abbiamo risparmiato 21 milioni con la gara. Entro l’anno cantierizziamo, nei mesi estivi. Avremo questa grande opera che mette in sicurezza la discarica per tutti i cittadini”, ha spiegato Vadalà.

Il primo intervento, per un costo di 116.146.300 euro servirà alla copertura della discarica per evitare che l’acqua piovana filtri tra i rifiuti e produca percolato. Saranno realizzati 216 pozzi che, raggiungendo anche gli 85 metri di profondità, emungeranno il percolato, aspireranno il biogas e compenseranno la pari volumetria con acqua pulita. Il raggruppamento capitanato da Trevi al costo di 58.609.958, si occuperà della cinturazione contenitiva che sarà “un diaframma plastico di 6,3 chilometri che girerà tutto intorno alla discarica di 240 ettari, sarà profondo 35 metri e spesso un metro, e raccoglierà il percolato evitando che lo stesso si riversi nelle campagne circostanti”, ha chiarito il sub commissario tenente colonnello Aldo Papotto.

La cintura sarà esterna a quella che già circonda la discarica, evidentemente meno efficace, e lunga 5,8 chilometri. Il progetto prevede la regimentazione delle acque meteoriche che i 240 ettari raccoglieranno e l’acqua sarà raccolta in vasche di laminazione. Solo successivamente sarà liberata lentamente nei torrenti circostanti. Il piano alta sorveglianza, inoltre, prevede una “control room” a cui confluiranno tutti i dati relativi ai controlli di tipo ambientale fatti da Arpa, misure antincendio e di sorveglianza fisica. I lavori termineranno in 36 mesi. Mentre lo smaltimento del percolato, costituisce un costo, il biogas – è stato più volte sottolineato – che è una risorsa importante. Attualmente si recuperano 40 milioni di metri cubi l’anno, ma si pensa che con i nuovo pozzi il valore si possa triplicare. “Copriamo il corpo rifiuti per non farli permeare di acqua e quindi per non creare più percolato, per poi estrarre il biogas che si è formato – ha spiegato Vadalà -. Vista la gran mole di rifiuti presenti raddoppiamo la cinturazione, in modo che nei futuri anni si possa stare veramente tranquilli: è una cinturazione di 6 chilometri e mezzo che va ad ammorsarsi nelle argille e crea un bacino in cui questi rifiuti, che sono più di 50 milioni di tonnellate, dovranno permanere”.

Continuità lavorativa sarà garantita ai 60 dipendenti della Giovi, la società proprietaria dell’area e in amministrazione giudiziaria, che si è presa “l’impegno di collaborare, alle operazioni di chiusura della discarica di Malagrotta”, ha detto l’amministratore giudiziario Palumbo. Di giornata storica ha parlato il viceministro all’Ambiente, Vannia Gava, perché “dopo 40 anni diamo sicurezza ai cittadini romani con il capping della discarica di Malagrotta, ma soprattutto si creano gli impianti di recupero del percolato e del biogas che sono strategici per l’economia circolare”. Per il presidente del Lazio Rocca “questo luogo è il simbolo del fallimento storico delle amministrazioni regionali che mi hanno preceduto. Oggi però è un momento bello perché partono i lavori e che speriamo, finalmente mettano, la parola fine a uno dei capitoli più brutti dal punto di vista ambientale della nostra regione”. Soddisfazione è stata espressa anche dal sindaco Gualtieri perché “la discarica di Malagrotta è un manuale di tutto ciò che non si dovrebbe fare per una discarica e quella di oggi è una tappa significativa di un percorso straordinario atteso da tempo”.

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