La Giunta capitolina ha approvato la delibera presentata dall’Assessora all’Agricoltura, Ambiente e Ciclo dei rifiuti Sabrina Alfonsi relativa al progetto definitivo per la complessiva ristrutturazione ed efficientamento energetico dell’Aranciera del Parco di San Sisto.
Lo storico edificio dell’Aranciera è stato realizzato nel 1926 su progetto di Raffaele De Vico, uno dei protagonisti dell’architettura del paesaggio della prima metà del secolo scorso. L’intervento di ristrutturazione si è reso necessario a causa di alcune lesioni strutturali accertate già nel 2020 che ne hanno compromesso la piena agibilità. Il progetto approvato ha modificato l’impostazione iniziale dell’intervento non più limitandolo al solo consolidamento strutturale ma puntando a renderlo un modello pilota capace di coniugare il restauro conservativo con l’applicazione di tecnologie e soluzioni mirate alla sostenibilità ambientale.
Il progetto prevede, infatti, la sostituzione di tutte le superfici vetrate della copertura con pannelli fotovoltaici trasparenti che assicureranno una produzione energetica ampiamente superiore al fabbisogno dell’edificio e quindi capace di fornire elettricità anche agli edifici pubblici circostanti. Per la climatizzazione sia in riscaldamento sia in raffreddamento si è adottata una soluzione geotermica che ne assicura la neutralità climatica. Ulteriore elemento di rilevante innovazione è l’adozione di un sistema di fitodepurazione dell’aria, anche questo esempio di sinergia tra natura e tecnologia. È prevista, inoltre, l’installazione di 2 serbatoi per la raccolta e il riciclo delle acque piovane per l’irrigazione delle piante all’interno dell’Aranciera.
Si procederà ora con la progettazione esecutiva con l’obiettivo di affidare l’appalto dei lavori entro l’anno. La durata dell’intervento sarà di circa un anno.
“Questo progetto ha l’obiettivo di coniugare il necessario intervento di consolidamento strutturale dell’Aranciera rendendolo, allo stesso tempo, un edificio ad alte prestazioni energetiche, destinandolo a spazio polifunzionale pur conservandone l’originaria vocazione di serra botanica. Si è trattato dunque di ripensare in chiave attuale il connubio tra natura e architettura che ha ispirato la concezione dell’edificio. La tecnologia non è più solo funzionale alla coltivazione di piante tropicali e subtropicali ma è chiamata a rispondere a nuove e più ambiziose sfide climatiche. Questo importante investimento costituisce un progetto pilota altamente innovativo che potrà contribuire a dimostrare la compatibilità di soluzioni tecnologiche volte alla sostenibilità ambientale con i rigorosi criteri di restauro richiesti da un edificio di grande pregio storico vincolato” dichiara l’Assessora Alfonsi.