È una storia sbagliata, per citare Fabrizio De André. O quantomeno, c’è qualcosa di sbagliato nella storia (complicatissima) tra i trasporti pubblici di Roma e le scale mobili all’interno delle sue metropolitane. Ormai il Giubileo 2025 è entrato nel vivo ed è indubbio che si sono visti negli ultimi mesi alcuni miglioramenti significativi rispetto allo scorso anno. La rete tranviaria, dopo mesi di stop dovuti ai lavori di ammodernamento del deposito di Porta Maggiore, è tornata in una situazione di relativa normalità. Anche se non mancano segnalazioni di problemi e disservizi, come quello avvenuto a Porta Maggiore sabato e segnalato da alcuni utenti su X/Twitter. La rete delle metropolitane, invece, dal 6 dicembre scorso ha conosciuto una nuova fase dopo anni di disagi e chiusure parziali. È infatti tornato in vigore l’orario consueto delle metro (con chiusura “feriale” alle 23,30) da quando, a luglio 2022, i lavori di rinnovo dei binari hanno richiesto lo stop sulla linea a partire dalle ore 21,00, con sostituzione con autobus nelle giornate dalla domenica al giovedì. Il minimo sindacale, ordinaria amministrazione, dirà giustamente qualcuno. Però si tratta di indiscussi, piccoli, passi in avanti in una città in cui l’ordinario spesso ha caratteri straordinari e ogni parvenza di normalità va salutata con favore e ottimismo.
Ma c’è un argomento dove non c’è programmazione, manutenzione o miracolo giubilare che tenga: un saldo e affidabile funzionamento delle scale mobili in tante stazioni della metropolitana capitolina. Sono tante le segnalazioni che cronisti e utenti raccontano ogni giorno questo o quell’impianto – sia della Metro A che della Metro B – che non funziona, raccolte con grande perizia e puntualità anche dai blogger che si occupano di tpl romano, Mercurio Viaggiatore in primis.
Nelle ultime settimane è stato il caso, tra gli altri, delle stazioni di Flaminio, Furio Camillo (Metro A) e di Garbatella e Laurentina (Metro B):


dove il tema principale resta la garanzia che va data alle persone con mobilità ridotta di accedere regolarmente alle banchine delle metro. Soprattutto laddove è fuori uso anche l’ascensore.
Tuttavia i casi più clamorosi degli ultimi mesi si trovano in altre stazioni della metro.
Per quanto riguarda il primo, notevolissimo, dobbiamo fare tappa a Furio Camillo, chiusa dal 19 agosto al 6 novembre 2024 per la revisione degli impianti di traslazione (le scale mobili, per l’appunto) e che ha riaperto il 7 novembre mostrando, all’esordio, una scala mobile non funzionante, tra la rabbia e l’amara ironia di tanti pendolari. Dopo l’esordio da incubo, a Furio Camillo si sono verificati altri guasti e chiusure. L’ultimo, mercoledì di questa settimana, come testimoniato da Radiocolonna:
Per il secondo episodio ci dobbiamo spostare nel cuore della Roma giubilare, a Ottaviano. Qui, come racconta il blogger Mercurio Viaggiatore, si è rotto un servoscala utile alle persone con mobilità nonostante a gennaio fossero stati sostituiti, come raccontato anche da sindaco Roberto Gualtieri:
Per il testo e ultimo caso dobbiamo andare nella centralissima fermata della Metro A di Spagna, chiusa per restyling e riaperta a inizio ottobre 2024 con infiltrazioni d’acqua e scale mobili fuori uso: