Roma: Villa Aldobrandini nel degrado, pronto un piano per restaurarla

Il progetto, da realizzare entro il Giubileo, prevede anche il recupero del patrimonio vegetale antico, che annovera alcuni esemplari della storica collezione di camelie e una varietà di altre specie tra cui alberi di alto fusto appartenenti all'impianto originario. 

Parte il progetto, da completare entro il Giubileo, per la riqualificazione e il recupero di Villa Aldobrandini, una delle proprietà cardinalizie di fine’500 con un pregiato patrimonio storico ed architettonico. Lo scrive Il Corriere della sera.

«Puntiamo a riportare la Villa al centro del percorso che dai Fori conduce al Quirinale, come era in passato», spiega l’assessora Sabrina Alfonsi. Sarà ripristinato il portale monumentale originale, con ingresso da via Magnanapoli e l’entrata al giardino da via Nazionale, e ripiantumata la vegetazione antica.

Il restyling riguarderà il verde e saranno anche riaperti il portale e la scalinata. « Un gioiello nel cuore della città storica purtroppo trascurata per molti anni anche per la difficoltà di accesso che ne ha compromesso la fruizione pubblica», sottolinea Sabrina Alfonsi, assessora comunale all’Agricoltura, Ambiente e Ciclo dei rifiuti. «Il progetto che intendiamo completare entro il Giubileo, prevede non solo la riqualificazione e un recupero del pregiato patrimonio vegetazionale ma, soprattutto, riporta la Villa al centro del percorso che dai Fori conduce al Quirinale, cosi come era nell’originale impianto cinquecentesco con la riapertura del portale e dell’antica cordonata di accesso da Largo Magnanapoli».La delibera approvata in Giunta prevede che la villa riavrà il suo ingresso originale con il recupero e restauro del portale cinquecentesco di ingresso agli Orti Vitelli (poi Villa Aldobrandini). Sarà necessariamente realizzato un ripristino della quota dell’accesso originario. L’intervento prevede il recupero e restauro del vestibolo di ingresso, della cordonata e dell’impianto architettonico del giardino segreto e della scala ovale; oltre l’adeguamento dell’accesso ottocentesco da via Nazionale al giardino della villa.

Originariamente appartenuta alla famiglia Vitelli, che l’aveva acquistata dalla famiglia genovese Grimaldi, e poi (dall’anno 1600) a disposizione del cardinale Pietro Aldobrandini, nipote di papa Clemente V. La villa passa quindi di mano numerose volte, per trasferimenti ereditari, rimanendo tuttavia in ambito nobiliare (rami Aldobrandini-Pamphilj, Borghese-Aldobrandini), per poi essere acquistata dal Governatore di Roma Alessandro Miollis nel 1811 durante gli anni dell’occupazione napoleonica (1809-14), fino a ripassare nuovamente alla famiglia Aldobrandini e, infine, incamerata dallo Stato Italiano nel 1926

«A renderla ancora più attrattiva sulla spettacolare terrazza che affaccia sulla Colonna Traiana – osserva Alfonsi ci sarà una coffee house già prevista nel piano di valorizzazione rimasto inattuato». Il progetto, da realizzare entro il Giubileo, prevede anche il recupero del patrimonio vegetale antico, che annovera alcuni esemplari della storica collezione di camelie e una varietà di altre specie tra cui alberi di alto fusto appartenenti all’impianto originario.

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