La realtà supera la fantasia. Inizia così la riflessione (amarissima) del comitato dei pendolari della Roma-Civita Castellana-Viterbo sulla giornata di passione vissuta due giorni fa dall’utenza. Un giorno che verrà ricordato, tra i tanti, come l’apice dei disagi che investono ormai da anni la ferrovia che collega Roma con la Tuscia.
“Oggi ore 12.55 a Flaminio un treno era fuori servizio ed un altro doveva arrivare alle 13.05. Con il suo quarto d’ora di ritardo, alle 13.15 arriva il treno. Persone e persone tutte incollate ad aspettarlo, ma per fortuna arriva. Partiamo verso Montebello. Poche fermate dopo, di preciso dopo Monte Antenne, il treno si ferma tra due stazioni per un guasto al ‘Pantone’, così ci dicono. Ci fanno evacuare attraversando il treno e i vagoni, persone di tutte le età, comprese signore molto anziane. Siamo costretti a scendere dalla scaletta del treno che dista dal prato sottostante 1 metro. Le signore anziane sono state caricate in braccio dal personale Cotral. Abbiamo proseguito fino a raggiungere la stazione di Monte Antenne che per fortuna distava solo qualche metro dal vagone posteriore del treno. Servizio soppresso, causa guasto. I treni per Roma cancellati, quelli per Montebello chiaramente impossibilitati a passare a causa del treno guasto fermo dopo Monte Antenne. Siamo fuori dalla stazione ora, ci sono persone che non sanno cosa fare” è il racconto accorato di una ‘vittima’ dell’accaduto.
L’episodio è stato commentato dall’utenza – inferocita – ma anche da addetti ai lavori come l’attenta Associazione TrasportiAmo, che ha fatto il punto sull’evento cercando di focalizzarsi sugli aspetti tecnici.
“A bloccare il convoglio è stata la caduta della linea di contatto. Forse a causa di un cedimento strutturale, o forse perché strappata dal pantografo, per via di un suo malfunzionamento o, più precisamente, di un’imperfezione o dell’inadeguatezza dell’archetto. Sarà un’inchiesta a stabilire le responsabilità, ma è lecito chiedersi: poteva essere evitato? – commenta l’associazione – Secondo gli elementi oggettivi a disposizione, la risposta è: sì, con molta probabilità. Perché sappiamo che la catenaria nella tratta Flaminio–Catalano è del tipo a contrappesi, con regolamentazione automatica. Sappiamo che il Firema in questione, come gran parte della flotta, è dotato di un pantografo tipo FS modificato, con doppio strisciante. E sappiamo, infine, che questi elementi, nel loro insieme, costituiscono svariate criticità nel rapporto tra pantografo e linea di alimentazione. Criticità conosciute negli ambienti aziendali, o almeno così dovrebbe essere, e, perciò, avrebbero dovuto essere risolte da tempo”.
Intanto, l’attivissimo Comitato pendolari Ferrovia Roma Nord ha preso carta e penna e ha deciso di scrivere una lettera a Regione Lazio, Astral e Cotral. Nella speranza che giornate da incubo del genere non capitino più.