Sciopero dei taxi, Bittarelli: mobilitazione illogica e di stampo elettorale

Il presidente del 3570 a Radiocolonna: prioritario il tema della regolamentazione delle piattaforme tecnologiche

Lo sciopero indetto da tante sigle che rappresentano i tassisti, Loreno Bittarelli non lo condivide neanche un po’. Lo storico presidente del 3570 e dell’Unione Radiotaxi Italiani, che di rappresentanza delle auto bianche se ne intende, a Radiocolonna esprime tutta la propria perplessità verso una mobilitazione definita senza mezzi termini incomprensibile, prematura, poco sindacale e molto politica.

Qualche giorno fa molte sigle sindacali (Fast Confsal, Satam, Tam, Usb Taxi, Unica Filt Cgil, Claai, Uritaxi, Uti, Unimpresa, Orsa Taxi, Ugl Taxi, Federtaxi Cisal, Sitan Atn, Unione Artigiani) hanno indetto uno sciopero di 24 ore (nazionale ma focalizzato soprattutto sulla Capitale) in seguito ad un incontro teso con il Ministro del Made in Italy Adolfo Urso. Incontro in cui sono emerse le preoccupazioni di una categoria che vede come un pericolo l’incedere di Uber e delle piattaforme di intermediazione. In sintesi: i sindacati sostengono che le bozze dei decreti attuativi contengano misure troppo blande su Uber ed NCC e sono convinti che siano ormai sostanzialmente definitive, perché sarebbero già state inoltrare al garante della concorrenza.

“Una rivendicazione e un successivo sciopero hanno senso se si hanno in mano certezze, in questo caso testi definitivi. Ma ad oggi, i testi definitivi ancora non ci sono mentre lo sciopero si. C’è qualcosa che non quadra – racconta Bittarelli a Radiocolonna – le bozze sono al vaglio dell’Autority  e c’è stato promesso che poi saremmo stati riconvocati al ministero dove ci avrebbero illustrato le novità e le modifiche apportate al documento. Modifiche sulle quali noi tassisti potremo fare ulteriori correttivi. Fino al momento in cui questo iter non è concluso, indire uno sciopero del genere non ha alcun senso”.

Secondo Il presidente del 3570, è quindi inconcepibile protestare contro un testo che non si conosce ancora e offre una chiave di lettura ben precisa per interpretare questa iniziativa.

“Trattandosi di un’iniziativa totalmente illogica, immagino di tratti di un’iniziativa politica in vista delle elezioni europee – conclude Bittarelli – c’è certamente un tema legato alle bozze che va tenuto in grande considerazione. Faccio riferimento al dpcm che regolamenta le piattaforme tecnologiche, che in una prima versione erano divise tra piattaforme di interconnessione tra tassisti ad altre di intermediazione, operata da soggetti terzi. Nella seconda bozza, invece, questa distinzione è venuta meno e siamo stati messi tutti sullo stesso piano. Questa novità non ci piace affatto ma bisogna aspettare la bozza definitiva. Il resto sono chiacchiere”.

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