Stellantis, Cassino non riparte

Nessun rientro previsto per oggi quando le linee del montaggio dovevano riaccendersi mentre lastratura e verniciatura sarebbero dovute rientrare venerdì. Stellantis ha comunicato che la ripartenza del reparto montaggio è posticipato a mercoledì

Ancora stop produttivi per lo stabilimento Stellantis di Cassino. Nessun rientro previsto per oggi quando le linee del montaggio dovevano riaccendersi mentre lastratura e verniciatura sarebbero dovute rientrare venerdì. Stellantis ha comunicato che la ripartenza del reparto montaggio è posticipato a mercoledì; lastratura e verniciatura, invece, oggi.

Lo stabilimento Stellantis di Cassino è il simbolo di una crisi industriale che rischia di travolgere l’intero basso Lazio. Le vendite dei modelli Alfa Romeo restano al palo, la Maserati Grecale viaggia su volumi minimi, e l’avvio della produzione elettrica di Stelvio e Giulia è stato rinviato di almeno due anni. Intanto, l’accordo commerciale con il produttore cinese Leapmotor apre le porte a un dumping interno che mette fuori gioco la manifattura italiana. Il gruppo ha già speso oltre 770 milioni per incentivare l’uscita di quasi 10.000 lavoratori, senza però investire in ricerca, sviluppo o nuovi progetti produttivi sul territorio.

Stellantis aveva annunciato che Cassino sarebbe stata rilanciata con le nuove motorizzazioni delle due Alfa, ma la produzione non è mai partita nonostante tutto fosse già pronto, perché le automobili full electric non stanno riscontrando l’apprezzamento del pubblico e si sta convertendo il progetto ad una motorizzazione ibrida. Se ne parlerà almeno nel 2027. Nel frattempo sono cominciati gli esodi incentivati, concordati l’11 giugno da azienda e sindacati, tranne la Fiom. Gli esuberi a Cassino sono 600, le uscite concordate sotto incentivo saranno 250 circa un decimo dei 2.400 dipendenti.

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