Turismo, la lunga notte degli alberghi romani

Un terzo delle strutture è chiuso per colpa di un lockdown di fatto. L'allarme di Federalberghi e le mosse del governo

Gli inglesi la chiamerebbero ghost town, una città fantasma. E in effetti lo è, se il metro di misura è il turismo. Roma è vuota, i suoi hotel anche. Tre, quattro, cinque stelle, fa poca differenza. Stanze vuote, hall deserte. E un fatturato che non arriva mai. Non c’è nessun lockdown, ma è come se ci fosse, invisibile, strisciante, meschino. L’allarme non poteva non arrivare.

“A Roma un terzo del totale degli alberghi è chiuso –  ha affermato il presidente di Federalberghi Roma, Giuseppe Roscioli. “Altri 50 alberghi stanno chiudendo in questi giorni, io personalmente ne chiuderò 2 perché siamo tornati al livello di occupazione di aprile 2020. Siamo in un lockdown mascherato.” Appunto. “Pare che il governo si sia dimenticato del nostro settore da luglio dell’anno scorso, perché non è stato prorogato il bonus affitti, non è stata eliminata l’imu nella rata di dicembre che noi tutti abbiamo pagato, è finita la cig covid il 31 dicembre e di conseguenza ci sono già stati migliaia di licenziamenti in questi giorni.”

La situazione, insomma, è grave. Se ne sono accorti anche al governo, al punto da prevedere una proroga della cassa integrazione Covid per un ulteriore periodo di massimo tredici settimane, nuovi corridoi turistici. Sono le iniziative che il governo intende assumere per garantire la continuità delle imprese e tutelare i livelli occupazionali nel settore del turismo, come ha detto il ministro Massimo Garavaglia nel question time alla Camera.

“Il comparto è ancora in grande sofferenza per questa coda del Covid, che ci auguriamo vada a terminare presto”, ha ammesso il ministro del Turismo rispondendo a un’interrogazione, “Ho dato mandato ai miei uffici, infatti, di prevedere d’intesa con le altre amministrazioni competenti, in un prossimo veicolo normativo dedicato a questo, la proroga della cassa integrazione Covid per il settore turistico. Prevedendo un ulteriore periodo di massimo tredici settimane fino a fine marzo 2022. E in favore dei datori di lavoro del comparto turistico che sono costretti a interrompere o ridurre l’attività produttiva per eventi riconducibili all’emergenza Covid”.

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