Un’interazione positiva con la Regione Lazio ma nessuna novità sugli attesissimi nuovi treni. Uno dei nuovi gestori della ferrovia, Cotral, che si mostra più dialogante del predecessore ma troppi sono stati, nel 2025, i disagi e le soppressioni per la Roma-Civita Castellana-Viterbo. Troppi ‘ma’ e poche certezze in quest’anno solare per la ferrovia che collega Roma Flaminio con la Tuscia. Un inizio quasi promettente ma che – come racconta a Radiocolonna il Comitato pendolari Ferrovia Roma Nord – si è concluso in modo tutt’altro che positivo, lasciando incerte quasi tutte le questioni campali sul futuro della ferrovia, da quello sul materiale rotabile ai lavori di ammodernamento.
“Speravamo che in questo 2025 avremmo avuto una situazione migliore rispetto agli anni precedenti, ma le soppressioni della seconda parte dell’anno ci hanno fatto tornare con i piedi per terra – spiega a Radiocolonna Fabrizio Bonnani, presidente del comitato pendolari – soppressioni che si aggiungono a tante altre questioni ancora aperte e non risolte che rendono durissima la vita per tutti i pendolari della Roma-Civita Castellana-Viterbo”.
Tra queste, c’è certamente il grande tema della tratta extraurbana, degradata da tempo a tratta di “serie B” e ritenuta dai pendolari una vera e propria gommovia, ossia un treno sostituito, di fatto, dagli autobus.
“I lavori sui cantieri Astral della tratta extraurbana non sono mai partiti. A giugno speravamo che potesse essere messa la prima pietra ma dopo sei mesi temiamo si tratti di una cosa lunga. Di fatto, oggi, la tratta extraurbana si fonda sugli autobus e come comitato siamo riusciti quantomeno a limitare i danni, segnalando gli orari critici da garantire che spesso coincidono con quelli utilizzati dagli studenti per raggiungere le scuole – spiega Bonanni a RC – sulla tratta urbana non è che le cose vadano in modo idilliaco. Scontiamo problemi di comunicazione tra Astral, Cotral e Regione Lazio a cui abbiamo proposto una razionalizzazione delle frequenze: inutile sbandierare 170 corse al giorno quando, in pratica, ne vengono effettuate 110/120. Piuttosto è meglio garantire meno corse ma con la certezza che lavoratori, studenti e utenti in generale possano far affidamento su un certo treno ad un determinato orario”.
Da metà novembre la situazione apparirebbe migliorata, grazie alle consulenze del comitato, ma guai a considerare sciolti tutti i nodi.
“Sui treni nuovi, quelli in comune con la Roma-Lido, è calato momentaneamente il sipario e stiamo cercando di sopperire a questa mancanza con una buona interazione con Cotral e con la Ragione Lazio – conclude Bonanni – sarà importante riattivare finalmente un’osservatorio che metta insieme gestori, comuni e pendolari. Questo è l’unico strumento per monitorare in modo sistematico l’avanzamento dei lavori e per garantire alla Roma-Viterbo un futuro più luminoso”.