Disgusto e brividi a piazza Cavour

Non parliamo solo di degrado ma intorno al Palazzo di Giustizia la Capitale diventa infamia e orrore

degrado intorno a piazza cavour

 

Dove prima c’era una banca ora c’è questo posto “riparato” dove fare casa. Per quanto ci si giri intorno non è facile capire come il clochard riesca ad entrare e uscire con tanta facilità. Inutile ricordare quanto sia nodale piazza Cavour con i cinema, i negozi, i ristoranti, i giardini, il parcheggio interrato e il Palazzo di Giustizia… semplice quindi immaginare il via vai continuo e la sorveglianza (attenta??). Molto difficile da spiegare come questi fatti accadano e persistano.

 

 

Dove prima c’era un marciapiede e una sede stradale ora c’è questo immondezzaio a cielo aperto dove tutto si somma. Ma forse è meglio dire: dove tutti depongono il loro contributo. Le istituzioni vacillano? gli operatori preposti latitano? Certo. Ma il privato cittadino ci marcia e con la scusa che la Capitale è allo sfascio ognuno si sente autorizzato a far sempre peggio.

 

 

Da Ponte Cavour, sui 2 lati del lungotevere ci sono le scale di accesso alla banchina e al fiume. “Inagibili per schifezza” andrebbe specificato: cartacce, foglie mai spazzate, deiezioni (umane), bottiglie e lattine abbandonate, stracci. La gente passa, guarda, commenta con orrore e a voce alta (per trasmettere il disgusto) e va.

 

Sempre a Ponte Cavour c’è questo chiosco per lo smercio estivo di bibite, grattachecche e ristori vari. In questi giorni lo ammiriamo in versione invernale. Chi controllerà che le norme igieniche vengano rispettate alla riapertura? Chi ha mai controllato se l’impianto elettrico è conforme? Chi ha dato l’ok ad abusare del vecchio albero cambiandogli la “destinazione d’uso”?

 

 

E quella sagoma bianca proprio a bordo fiume? Ma è una baracca stanziale ed abitata da molto tempo! Tra pantegane e lerciume i giorni scorrono come l’acqua del Biondo Tevere.

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