McDonald’s torna alla carica: ricorso al Consiglio di Stato per il fast food alle Terme di Caracalla

Nel 2019 era arrivato lo stop del ministero per i Beni culturali e nel 2020 il "no" dal Tar del Lazio. Intanto anche il Comune di Roma lavora per tutelare l'area di 35mila metri quadrati nel mirino della multinazionale

McDonald's a Borgo Pio
McDonald's

McDonald’s ci riprova. Dopo lo stop del ministero per i Beni cultura nel 2019 e il “no” incassato al Tar del Lazio nel maggio 2020, il colosso del fast food si è rivolto al Consiglio di Stato nel tentativo di ottenere il via libera all’apertura di una paninoteca alle spalle dell’area archeologica delle Terme di Caracalla.

L’appuntamento in aula è per il 21 dicembre. Intanto il Comune di Roma si è messo a lavoro per  tutelare l’area di 35mila metri quadri nel mirino di McDonald’s. Oggi anche da Europa Verde arriva una nota per ribadire il no all’ipotesi.

“Condividiamo l’impegno dell’assessore all’Ambiente Stefano Marin per evitare che si apra un fast food in una zona dal valore archeologico inestimabile, come quella delle Terme di Caracalla”, dichiarano in una nota il presidente della commissione capitolina, Sport, benessere e qualità della vita Nando Bonessio e l’assessore ai Lavori pubblici e patrimonio del Municipio Roma X, ed esponente di Europa verde Guglielmo Calcerano.

“Qualunque esercente che voglia operare in aree di pregio a Roma, si tratti di una multinazionale o di un singolo esercizio, deve garantire alti standard qualitativi e adattare la propria proposta commerciale alle peculiarità di un territorio unico al mondo. Nella Capitale è necessario un turismo ecosostenibile, che bilanci decoro e tutela paesaggistica con l’iniziativa d’impresa. Il resto non può trovare posto”, concludono.

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