Tevere: sotto Ponte Flaminio una discarica a cielo aperto

Non c'è alcun controllo, abbandonano di tutto, "lungo l'argine è una terra di nessuno": immondizia, materassi e calcinacci

Cumuli di detriti negli argini sotto il ponte dell'"Olimpica" Immagine tratta da un video di Beatrice Romani

Dall’alto di Ponte Flaminio si vede poco e niente. Invece, facendo una passeggiata in battello sul Tevere, appare una discarica nascosta con tanto di pezzi di auto che affiorano dalle acque. Abiti, ferraglia, rifiuti ingombranti e poi materassi e mattonelle riempiono per diversi metri un pezzo dell’habitat del fiume. Tutto questo, occultato dalle sterpaglie e dagli arbusti che sono sull’argine.

Questa condizione la conoscono bene coloro i quali vivono il Tevere tutti i giorni e che si trovano a vedere il degrado a pelo d’acqua. Ma anche sul ponte e nelle zone vicine la situazione non è poi così bella. Lo denuncia ‘Il Messaggero’ aggiungendo che anche tra i travertini che caratterizzano quello che viene chiamato anche “Ponte delle Aquile”, nella zona di Vigna Clara, sono stati buttati cerehioni di auto, bicchieri e cartacce di un fast food. Sotto i piloni, invece, ci sono calcinacci e sacchi neri.

Sopra sfrecciano con auto e motorini, ma basta fermare un pedone per chiedergli cosa ne pensa di tutta questa situazione. “I writer lo hanno rovinato tutto spiega Paolo, fermato durante la sua corsetta al mattino – È un monumento così solenne e così deturpato. Eppure fa parte della memoria della città; non è giusto vederlo abbandonato a sé stesso. Certo sporgersi e notare questi elementi di degrado di certo non è un bei biglietto da visita. Mi capita di vedere qualcuno che si affaccia e fa qualche selfie, spero non abbia come sfondo i rifiuti”.

A fare un viaggio lungo il fiume è stata Maria Beatrice Romani, candidata per la Lega a consigliere comunale. “I cittadini da diversi mesi hanno notato questo scempio – dice a ‘Il Messaggero’ – ho fatto un sopralluogo a bordo di un’imbarcazione nel punto in cui avvengono gli sversamenti di materiali, difficile da bonificare senza la programmazione di un intervento puntuale perché complicato da raggiungere. Rifiuti giacciono qui accatastati da diverso tempo tra le sterpaglie. Un’indecenza per la città di Roma e per la salubrità del nostro fiume, specialmente in periodo di emergenza sanitaria e all’indomani dell’ennesima moria di pesci soffocati dai detriti. Serve una mappatura completa delle discariche abusive e un intervento tempestivo”.

La Regione Lazio a ottobre 2019 ha installato la prima barriera contro la plastica che ha portato a una raccolta di circa 6,5 tonnellate. Ma la questione del degrado del Tevere è articolata: “Se i rifiuti sono sulle sponde o in acqua la competenza è del Comune, l’unico che può smaltirli, Se ci sono ostacoli o impedimenti che determinano un pericolo di sicurezza idraulica, a quel punto la Regione Lazio può intervenire – dice Cristiana Avenali, responsabile dei Contratti di fiume della Regione Lazio -. Il Tevere è in una condizione critica e l’ultima moria di pesci conferma che ci sono problemi che vanno indagati, come gli scarichi illegali, i pesticidi gettati nel fiume e proprio le discariche abusive. Serve una maggiore collaborazione e mettere insieme diversi soggetti, dalle associazioni alle istituzioni, per verificare e monitorare lo stato ecologico del fiume. Questa è un’azione primaria di recupero. Nel frattempo, abbiamo completato la bonifica della zona del lungotevere di Pietra Papa e stiamo lavorando anche su altre aree del territorio”.

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